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Rossella, i tuoi “colleghi” ti ricordano così
“Scriviamo sull’acqua e abbiamo vita effimera”
Raffaele Senatore
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E’ morta nel pieno della sua maturità una cronista cavese, anzi “la cronista cavese”.
Rossella Lambiase l’avevo notata quando, studentessa liceale, s’aggirava, curiosa di tutto quanto le accadesse intorno, per la redazione di Radio Metelliana.
Mi colpirono gli occhi irrequieti predisposti per natura all’indagine, alla conoscenza della verità, occhi che fotografavano con obiettività l’accaduto per consegnarlo all’elaborazione di una intelligenza viva e, soprattutto, libera.
E’ morta ed io, che ignoravo l’entità della battaglia per la vita che stava combattendo con la grinta e la determinazione connaturate alla sua indole, ho perduto per sempre l’occasione di dirle grazie per essere stata l’unica voce ad elevarsi in difesa della verità quando, circa un anno fa, fui preso di mira da un uomo politico comunista che si rese artefice di una veemente campagna denigratoria ai danni dell’Azienda di Soggiorno di Cava e del dirigente ad essa preposto.
Rossella, pur essendo una convinta e battagliera militante di sinistra, mai aveva deposto la sua libertà di pensiero ai piedi della gerarchia di partito. E perciò da donna e cronista libera non esitò a scrivere su Panorama Tirreno, (Il giornale di Cava glielo aveva negato), una sonora bocciatura nei confronti del comportamento del politico accusatore. E volle esprimermi solidarietà, sottolineata con un bel voto della sua “pagella” al mio operato.
Come mi dolgo di non averle detto grazie quando ancora avrebbe potuto ascoltarmi! Come avrei voluto che leggesse un mio scritto di elogio del suo coraggio, della sua onestà intellettuale, della sua maestria di raccontare i fatti e commentare la cronaca con sobrietà, lucidità e tanta ironia, che, spesso, sconfinava nella capacità di non prendersi mai troppo sul serio.
Dovunque sia, spero ricordi le parole di Indro, “Noi giornalisti scriviamo sull’acqua ed abbiamo una vita effimera come una farfalla…”. Non vorrà credergli, spero. Indro era un pessimista. Rossella no, lei era radiosa.
Lei non hai scritto sull’acqua ed il suo pensiero vagherà libero e leggero sulle ali di tutte le farfalle del mondo.


Piccola deliziosa peste di vitalità contagiosa
Antonio Donadio
Cara Rossella, dimmi che è questo ancora uno scherzo tuo, radioso come da sempre. Sì da sempre, ricordi? Piccola deliziosa peste, sempre in movimento, di una vitalità contagiosa: eri la più adorabile discola delle alunne di mia madre alla “Don Bosco”. E’ lì che ti ho conosciuto, io più grande di te, tu incredibilmente di gioiosa contentezza. E poi l’amicizia mia con tuo fratello Franco, anche lui, ahimè, immaturamente scomparso, alcune serate insieme a cena o a vedere un film, o a parlare di politica, tu già così sicura delle giuste cause da seguire. Studi e strade diverse poi, ma bastava un sorriso, una veloce battuta all’ombra dei portici, è il nostro dire sapeva di continuità vitale, senza scansioni temporali. E la tua gioia, il tuo slancio umano e professionale, nel dire sì, assieme a Franco, Luciano e a chi scrive, al progetto di un nuovo giornale balenato in mente ad Enrico e Biagio, questo su cui, fino alla fine, stoicamente, hai colloquiato con gli amici e le “mimose” amiche. La tua “pagella” non irritava mai, tanto dettata era da senso dell’ ironia e da ricca intelligenza propositiva. E il tuo sano, sincero impegno politico? Mi dicesti radiosa del progetto di “Insieme per Cava”: “vedremo aria nuova al Comune, gente nuova…” Anche in questo tu, incredibile ottimista.
E poi… ora, così all’improvviso, ci lasci: dai, esci come facevi da bambina, dal buio dei lunghi corridoi della “Don Bosco” e ancora irridi di noi!


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Sempre vicina alle persone più umili
Francesco Romanelli
Non pensavo mai dovessi ricordare Rossella in questo modo. Forse perché sono un ottimista nato ma ero sicuro che ce l’avrebbe fatta. Invece… Nel corso del suo calvario ci siamo sentiti più volte per preparare il giornale. Nonostante le sue sofferenze ha collaborato fino all’ultimo.
Rossella era una giornalista poliedrica. Un grande pregio. Ha scritto di tutto, anche di sport sempre con la stessa passione.
Profonda conoscitrice dell’animo umano, è stata sempre vicina alle persone più umili. Molto impegnata anche nel sindacato dei bancari. Amava molto il nostro mestiere, ne era innamorata.
Era una perfezionista in tutto. Qualche mese prima della sua dipartita mi telefonò in ufficio chiedendomi di rinnovarle la tessera. Lo feci subito. Nonostante il suo orientamento politico, Rossella era una giornalista libera nel vero e proprio senso della parola. Non era legata a nessun carrozzone politico, forse anche per questo aveva scelto di essere dei nostri. Scrupolosa, seria, mai banale.
Soffrì molto perché un collega le censurò un pezzo “politico”. Mi telefonò e si “sfogò” con il sottoscritto ma non fu mai feroce e “cattiva” nei confronti del suo censore.
Un altro esempio di correttezza che ha animato la sua brevissima vita.



Quando c’è rigore morale non c’è malevolenza
Lucio Barone
Ricordare non è sempre bello, anzi talvolta è un atto di malinconia, spesso struggente rammarico per  cose che non ci sono più o che non torneranno.
Ricordare chi è partito per l’ultimo viaggio terreno prematuramente è ancora più triste, specie se vi era colleganza o condivisione di un percorso comune.
Insomma ricordare Rossella Lambiase mi costa fatica: più fatica di quanto si possa immginare; soprattutto se il pensiero è chiuso in una lunga ed imperscrutabile trafila del destino. Ed è ininfluente la scarsa frequentazione per chi si legge a distanza, come è capitato a me a lungo assente dalla vita quotidiana di Cava. Rossella scriveva, esprimeva se stessa, il proprio pensiero, si cimentava nel difficile mondo provinciale dove ti può capitare un dissenso immediato, in diretta, e dove talvolta nemmeno gli anni sveleniscono l’odio per un’invettiva politica male interpretata.
Se poi ti capita di morire presto ti porti dietro il dubbio che talvolta il rigore morale sia stato scambiato per malevolenza. Io credo, tuttavia, che Rossella con la sua professionalità abbia saputo dissipare i dubbi del mestiere e sia giunta al mondo dei giusti con serenità soprattutto se ha sentito l’affetto dei colleghi  in trepidazione per una partenza  annunziata e troppo anticipata.
Direttore Responsabile “Lavoro Tirreno-Noi Meridionali”



Merita di essere ricordata nell’Aula Consiliare
Biagio Angrisani
Donna molto intelligente, bravissima cronista, speaker radiofonica dotatissima. Bancaria per caso.
Sono passati circa venti anni prima che conoscessi Rossella di persona rispetto al momento che udii per la prima volta la sua voce attraverso le onde di una radio privata cavese.
Figlia brillante della sua generazione lascia un vuoto incolmabile in coloro che hanno avuto il piacere di conoscerla.
Per Panorama Tirreno ha dedicato tantissime ore e finanche notti insonni. Generosissima. Cava de’ Tirreni è in debito con Rossella Lambiase poiché con le sue molteplici attività ha onorato il buon nome della sua città ad alto livello.
Merita di essere ricordata in maniera degna presso l’Aula Consiliare quale notista politica onesta e puntuale.
Merita di essere ricordata per la sua allegria, la disponibilità, l’umanità spontanea dei suoi gesti. È andata via molto presto perché ha amato sempre bruciare le tappe.
Sono convinto che incontreremo di nuovo il suo dolce sorriso e ascolteremo la sua bellissima voce che ci racconterà un retroscena inedito, un lp degno di essere sentito, una storia scoperta dal suo talento di giornalista.



Cava, sempre al centro dei suoi pensieri
Nunzio Siani
L’avevo rivista qualche mese fa, Rossella, a poca distanza dal vicolo della neve. Un incontro piacevole, come sempre, ma diverso dagli altri perché intriso di un velo di umana apprensione per le sue condizioni di salute che sapevo precarie. Portava chiari i segni della malattia, con la quale da giorni - come mi raccontò in quel fugace ma intenso incontro - lottava con indomabile forza; ma lo spirito no, quello la battaglia contro il terribile male l’aveva vinta. Bastava ascoltarla pochi attimi per capirlo. Era allegra, come sempre, come quando l’avevo conosciuta sei anni fa in una delle prime riunioni di redazione del “Giornale di Cava”. Stesso sorriso, stessa pungente e sottile ironia, stesse anche le speranze per un futuro migliore: per lei, per noi ma, soprattutto, per la città, sempre al centro dei suoi pensieri e per la cui “crescita” si era sempre battuta. Una città che oggi senza Rossella, si riscopre meno bella di prima.
Direttore Responsabile di Replay



Nell’aldilà avrai altre cronache da scrivere
Pier Vincenzo Roma
La scomparsa di un’amica ci priva di una parte di noi... e Tu lo eri, soprattutto se penso ai ricordi del Liceo. Dopo la fine, ti ho rivista com’eri negli anni 70, insieme all’inseparabile Tina, nei corridoi della squinternata Agenzia Tabacchi, che ospitava lo Scientifico... Ho pensato che, in fondo, eri rimasta la stessa... siamo rimasti gli stessi, malgrado gli anni e le diverse situazioni della vita. Mi piace immaginarti stupita, dopo il passaggio nell’altra dimensione, nel constatare che sei più
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viva che mai. Dopo aver riabbracciato tuo padre e i fratelli, avrai compreso il senso della vita - che a noi quasi sempre sfugge - ed il perché il destino si accanisca prematuramente contro alcune persone. Sono certo che la collocazione in quel posto corrisponda ai meriti ed alle attitudini di ognuno, col vantaggio dell’eternità. Avrai dunque altre cronache da scrivere, perché è inimmaginabile un aldilà che ci privi del piacere della lettura. Ce li farai leggere, poi, quando anche per noi si spegneranno le angoscie di oggi.



Viandante nel mondo ha lasciato il segno
Giuseppe Muoio
Non mi sono meravigliato quando ho visto una grande moltitudine di persone ai funerali di Rossella Lambiase. Era il giusto tributo che la gente di Cava le doveva. Era, infatti, una professionista molto seria e ogni notizia che pubblicava non era mai impregnata di sensazionalismo. Questo è un segno di grande maturità. Doveva andare fino in fondo, non era superficiale. Al lettore doveva offrire il meglio. L’impegno di Rossella per la città è stato notevole senza dimenticare la sua disponibilità e la generosità. La lampada, come dice il Vangelo, la si prende non per metterla sotto il letto, ma sul candeliere. E Rossella, viandante in questo mondo, anche se per un breve tratto, ha lasciato il segno. Il suo entusiasmo per la vita, la capacità di sentire l’altro restano nei cuori di quanti l’hanno conoscita. Una donna dolce ed insieme coraggiosa, un esempio di virtù che resterà nella memoria di tutti.
Direttore Responsabile de “Il Castello”



Con simpatia e tenacia fino al cuore della gente
Fabrizio Prisco
Una donna attiva, vivace, dalla battuta sempre pronta e, tra l’altro, cosa più importante, mai banale. Così mi piace ricordare Rossella nel giorno del dolore. L’ho conosciuta una sera di settembre, in occasione di una riunione di redazione di “Panorama Tirreno”. Era il 1994 ed io allora non ero che un ragazzino che desiderava tanto iniziare una nuova avventura, cercando di alimentare una passione che già allora batteva forte, il giornalismo. Rossella mi colpì subito. Per la gioia di vivere, per la simpatia, per la combattività. Credeva in quello che faceva, attraverso i suoi articoli arrivava facilmente al cuore della gente.
E’ stata una donna dolce, tenace e battagliera, amante della sua città. Con la sua simpatia, la sua ironia, la sua competenza, presto, divenne per me un modello da imitare. Inutile dirlo, cara Rossella, mi mancherai.
Mancherai molto, ne sono certo, anche ai lettori e alle lettrici delle tue mille rubriche.



Intelligenza non comune e ironica allegria
Rosario Iannuzzi
Ho conosciuto Rossella per un breve momento e non l’ho dimenticato. Non ho dimenticato la casa, i libri, i dischi. Conservo il ricordo di una donna che avrebbe potuto avere qualsiasi età, aperta e dalla conversazione fluente e brillante, capace di ridere e sorridere, di far ridere e far sorridere. Ebbi l’impressione che fosse un’ascoltatrice arguta e attenta.
Ricordo la sua allegria e la sua ospitalità, l’intelligenza non comune e l’ironica allegria.
 È stato un’incontro di quelli che non si dimenticano e di cui si conserva qualcosa per sempre. Non il volto, non la voce, questi caratteri sono scomparsi da tempo dalla mia memoria. Io serbo qualcosa di più e di diverso che non si può definire in una parola, qualcosa che ha a che fare con l’essenza di una persona.
Rileggendo le sue Mimose, ricordo la sua essenza e so che non la dimenticherò.


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Un cucciolo che sapeva “scodinzolare alla vita”
Franco BrunoVitolo
L’immagine di Rossella viva… Tenerezza. La desiderava, la suscitava, la trasmetteva. Non era la tenerezza ingenua della semplicità, ma un linguaggio, una convinzione dettata dalla coscienza che di fronte alla complessità della vita, il raggio di sole bisogna cercarlo, o inventarselo, per riscaldarsi e per donarlo agli altri. Rossella sapeva amare, e chiedeva di essere amata e rassicurata. Per discrezione, era a volte portata a mimetizzarsi, ma sapeva ricordarti la sua esistenza, le sue esigenze. Voleva dare, e temeva di non poter avere. Era pronta a discutere e polemizzare, ma distingueva la questione dalla persona: e sapeva fare il primo passo per non aggiungere guerre alle guerre della vita. In questo gioco difficile, non perdeva mai il sorriso coccolato e disarmante. Era un cucciolo che sapeva “scodinzolare alla vita”. Era tenera anche quando non  perdeva le sue durezze. Difficile non volerle bene.



Impegnata come donna e come sindacalista
Antonio De Caro
A ricordare la figura di una persona scomparsa prematuramente si rischia di cadere nella retorica. Il rischio non c’è, invece, con Rossella Lambiase, una brava collega che dovrà fungere da esempio, soprattutto per i più giovani colleghi. Pur facendo parte di una generazione giornalistica più giovane ed essendoci conosciuti soltanto in occasione della nostra collaborazione alla stessa testata, ho subito apprezzato la sua professionalità e quella deontologia che, purtroppo, per molti altri colleghi è soltanto una vuota parola. L’amicizia è maturata nel rispetto reciproco pur  provenienti da culture ideologiche diverse. Ma con Rossella la stima ed il confronto democratico sono sempre stati alla base di una nostra stima reciproca. Ho apprezzato anche l’impegno sociale, come donna e come sindacalista, finalizzato alla difesa di valori di giustizia. Per lei fare cronaca cittadina significava contribuire prima di tutto alla crescita delle nostra città.



Chi si dà non ha fine in lei c’è polpa divina
Dai Rossella, sei riuscita a stupirci di nuovo. Da perfetta prima donna, come ironicamente scimmiottavi apparire, sei uscita di scena il 23 marzo, il grande giorno del sindacato, il tuo sindacato, al quale hai saputo rendere l’ultimo coerente impegno. Preferisco pensarla così. Decisamente preferisco pensare alla grande fatalona che vuole ancora stupire… Non so tutti questi scritti quanto appagheranno  il gran vuoto che hai lasciato in Peppe,  tua madre, Ciccina, Gennarino e ancora, ancora. Ho scelto per te due versi, che si aggiungeranno ai mille e più che ti sono stati dedicati, ma li ho scelti con quel tocco di originalità che contraddistingueva la tua persona e in quella calda lingua che tu amavi. Que quien se da no se termina / porque hay en  él pulpa divina (P. Neruda). Chi si dà non ha fine / perché in lui (lei) c’è polpa divina. Ciao Escarlata.
Un’amica



Il cordoglio dell’Assostampa
Pubblichiamo il messaggio di cordoglio che Mimmo Focilli, presidente dell’Associazione Stampa della Provincia di  Salerno ha inviato a Giuseppe Imparato, marito della nostra collega Rossella.

Caro Giuseppe,
stringedomi accanto al tuo dolore, esprimo tutto il cordoglio del Consiglio Direttivo, degli altri organi associativi, dei soci ed il mio per il gravissimo lutto che colpisce oggi la tua famiglia per l’immatura scomparsa della cara collega Rossella che oggi il Signore ha voluto richiamare a sè.
Possano esserti di umano conforto i sensi della nostra fraternità. Ti abbraccio forte.
Mimmo Focilli
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Rossella Lambiase con Mal