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Ricordo di Rossella Lambiase
E’ calato il gelo sulla mimosa
Enrico Passaro
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A volte può arrivare una nevicata di primavera, improvvisa e inattesa, a bruciare una fioritura di mimose. Fra i tanti pensieri di un giorno di festa trascorso a pensare a Rossella, questo, forse il più banale, mi è rimbalzato con frequenza nella mente. A Cava nevica in una domenica di fine marzo, mentre sono ancora rintontito dalla notizia che Rossella Lambiase non ce l’ha fatta. Ha combattuto con caparbietà la sua lotta personale con una male strano, col quale credeva di poter saldare definitivamente i conti attraverso un trapianto di fegato temuto e atteso. Alla fine è stato il male a saldare definitivamente i conti con lei e con tutti noi che le volevamo bene e che oggi siamo attoniti ad aspettarla di ritorno dall’ultimo viaggio. Questa domenica è trascorsa a sfogliare tutta la collezione di oltre undici anni di Panorama Tirreno. La sua firma campeggia in queste pagine fin dal primo numero, da quel gennaio del ’91 in cui decidemmo di partire con questa nostra modesta avventura editoriale.
Rossella volle subito per lei lo spazio di una rubrica fissa, quel “Mimose e dintorni” che oggi mi rimbomba nella mente. Con quel suo arguto spazio all’odore di mimosa, col quale ha ironizzato ed ha sferzato a suo modo le ipocrisie e contraddizioni di una società ancora troppo poco rispettosa della donna, siamo cresciuti insieme in questi anni e si è consolidato lo spirito di gruppo e di amicizia della redazione di questo giornale. Una redazione che più volte, pubblicamente e in conversazioni private, non ho avuto esitazione a definire la migliore sulla piazza come professionalità, serietà e passione. Tutto merito di Biagio, Franco, Adriano, Patrizia, Pier Vincenzo, Luciano e di Rossella. Da oggi questa redazione si sentirà più sola, sentirà ancora di più il vuoto lasciato da lei, vuoto al quale avevamo cominciato ad abituarci negli ultimi tempi ma che non credevamo potesse essere così definitivo.
L’ho sentita solo per telefono negli ultimi mesi, ogni volta mi parlava dalla camera di un ospedale; a volte tranquilla, a volte stanca o rassegnata, una sola volta disperata, perché improvvisamente il decorso aveva preso una piega che non si aspettava. Ma l’ultima volta, pochi giorni prima di operarsi, l’avevo sentita di ottimo umore. Abbiamo chiacchierato a lungo, scherzato, ironizzato, abbiamo scambiato e condiviso le opinioni sul nuovo corso appena inaugurato del Panorama Tirreno gratuito. In particolare mi ha parlato del piacere procuratole da una telefonata affettuosa ricevuta da una sua “vittima di penna”, un politico locale che non sempre aveva gradito in passato i suoi trattamenti giornalistici e non le aveva mai nascosto una sua certa forma di risentimento. Quella chiamata sincera e inattesa le aveva procurato emozione, aveva apprezzato profondamente i sentimenti e la generosità dell’uomo. Mi piace ricordare questo episodio e credo che faccia piacere alla persona che si è resa artefice di questo momento di grande umanità di poterlo apprendere in questo momento.
Infine, ci siamo dati appuntamento a breve, credavamo entrambi, sulle pagine del giornale. Non è andata così. Rossella ha dato seguito alla catena straziante di una famiglia nella quale dal ’91 ad oggi sono mancati in una sequenza allucinante il papà Mario e i fratelli Flavio e Franco. Li ricordiamo e ricordiamo con commozione che Rossella stessa si era servita di queste pagine per dare voce al suo dolore. Ora, incredibilmente e inspiegabilmente tocca a noi ricordare lei e ringraziarla per l’amicizia e tutta la disponibilità che ci aveva dato. Ciao Rossella, un bacione da tutti noi della redazione.
Alla mamma e al marito Peppe i nostri più sentiti sentimenti di partecipazione.

Da Panorama Tirreno di marzo 2002

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