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Lutti



Nei primi mesi del 2000 venne a mancare improvvisamente all’affetto dei propri cari il professore Angelo Canora, decano dei giornalisti cavesi. Per molti anni come corrispondente del Corriere dello Sport-Stadio aveva seguito e raccontato con equilibrio e sobrietà le sorti della squadra di calcio metelliana. Il figlio Biagio ha continuato con la sua firma il lavoro del padre e tuttora scrive per il quotidiano sportivo romano.
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La mattina del 28 settembre del 2000 si spense Michele Marra, già abate dell’abbazia benedettina della Badia di Cava. Nacque a Placanica in provincia di Reggio Calabria il 14 febbraio 1921. Fu ordinato sacerdote l’8 luglio 1945, si laureò in lettere classiche a Napoli il 5 dicembre 1949 con il massimo dei voti e la lode. Nell’anno scolastico 1949/50 cominciò ad insegnare materie letterarie al ginnasio della Badia e dal 1952/53 passò alla cattedra di lettere classiche al liceo che tenne fino alla sua elezione ad abate avvenuta nel 1969. Nel luglio del 1992 un improvviso ricovero ad Albano laziale ed un delicato intervento chirurgico lo indussero a presentare alla Santa Sede le dimissioni che furono accettate il 16 novembre dello stesso anno. Negli ultimi anni visse intensamente la vita monastica, dedicandosi con passione agli incarichi di predicazione ed allo studio. Nei ritagli di tempo dava libero sfogo alla poesia. Pubblicò, infatti, due raccolte: ”Di Rugiada una stilla” e “Petali Sparsi”.
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Il 3 giugno 2001 Carlo Crescitelli decise di lasciarci, lanciandosi dal balcone di casa. Rimanemmo costernati, come accade di fronte alla morte imprevista e violenta di una persona cara. Carlo collaborava al nostro giornale da diversi anni,
De Filippis
riproponendo puntualmente articoli di fondo arguti e colti nell’ambito della rubrica “Pensandoci bene…”.
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Nel 2001 morì il prof. Federico De Filippis. Aveva 86 anni, era stato sindaco di Cava dal gennaio 1979 al gennaio 1981. Nelle fila della Democrazia Cristiana aveva ricoperto anche le cariche di consigliere provinciale, assessore e consigliere comunale. Fu provveditore agli studi e ispettore del ministero della Pubblica Istruzione.
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Sabato 23 marzo 2002 scomparve Rossella Lambiase. Giornalista, redattrice da sempre di Panorama Tirreno, era persona viva e attiva. 45 anni, sposata, lavorava alla Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Era impegnata nel sindacato e nel partito dei DS; sentiva fortissimo l’impegno anche nel sociale e, in particolare, verso i
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problemi delle donne, tanto che per anni ha tenuto sul nostro giornale una rubrica dal titolo “Mimose e dintorni”. Altri suoi spazi erano “Il Pagellotto”, rubrica scherzosa e provocatoria nella quale attribuiva mensilmente dei punteggi al comportamento di personaggi cavesi - che spesso provocavano le ire di qualcuno poco propenso ad accettare le sue critiche bonarie - e “Discomania” dedicata al mondo della musica e degli appassionati del vinile. Insieme al marito Giuseppe Imparato e al fratello Franco, anche lui prematuramente scomparso, ha organizzato per alcuni anni un’interessante rassegna del disco da collezione.
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Nel 2002 venne a mancare, dopo aver combattuto strenuamente contro un male incurabile, Gino Avella. Giornalista eclettico aveva seguito per Quarta Rete le sorti della Cavese. Professore di educazione fisica, si era interessato con grande passione anche alla storia e al folklore della nostra città. E’ stato per molti anni la ”voce” della festa di Montecastello e della “Disfida dei Trombonieri.
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Il 19 settembre 2002 morì a Palombara Sabina Francisco Ramon Lojacono, l’allenatore che il 22 maggio del 1977 aveva riportato la Cavese, all’epoca momentaneamente Pro Cavese, in Serie C dopo ben 34 anni di campionati minori. Ramon vinse quel campionato superando la concorrenza agguerrita di squadre importanti come Potenza, Juve Stabia, Gallipoli, Martina Franca e Nardò.
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Nel novembre del 2002 si spense all’età di 42 anni Gianluca Signorini, a causa di una sclerosi laterale amiotrofica, meglio conosciuta come “morbo di Lou Gehrig”. Aveva giocato nella Cavese nel campionato 1984-85, contando 29 presenze. A Cava fu allenato da Romeo Benetti, poi esonerato, e da Corrado Viciani. Un solo anno con la casacca degli aquilotti, ma Signorini lasciò il segno e un ricordo indelebili della sua classe dentro e fuori dal campo. Da Cava spiccò il volo verso la Serie A (Parma, Roma, Genoa e Pisa).
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Si spense ad Agropoli nel febbraio del 2003, all’età di 80 anni, Riccardo Romano. Era stato
Romano
consigliere comunale del PCI dal 1946, restando per circa 40 anni sui banchi dell’opposizione, ad eccezione di una breve parentesi di assessore nel 1978 con Giuseppe Sammarco sindaco, a capo di una di giunta sostenuta da PCI, PSI, PSDI, indipendenti e alcuni “ribelli” della DC. Durò pochi mesi.
Più volte era risultato a Cava il più votato, superando ripetutamente Eugenio Abbro. Nel 1954 fu eletto consigliere provinciale e nel 1963 divenne senatore. Rimase a Palazzo Madama fino al 1972, poi fu deputato nell’ottava legislatura. Nel 1973 fondò l’Associazione politico-culturale per i rapporti Italia Repubblica Democratica Tedesca. Fu membro del comitato direttivo del Senato e responsabile del gruppo comunista nella Commissione parlamentare pubblica istruzione e belle arti.
Con la trasformazione del PCI in PDS si dichiarò fuori dal partito e si ritirò ad Agropoli.
Il 3 aprile 2002 aveva festeggiato il suo ottantesimo e ultimo compleanno in una bella festa ad Agropoli alla quale avevano partecipato numerosi compagni e avversari di lotte politiche, tutti mossi dalla volontà di testimoniargli la propria stima incondizionata ed amicizia.
Romano è stato una delle più prestigiose figure della politica cittadina. Memorabili rimangono le sue lotte politiche e gli scontri verbali con Eugenio Abbro, improntati sempre, però, al più profondo e leale rispetto reciproco dell’avversario. Un esempio purtroppo non imitato nella confusa e chiassosa politica di questa seconda repubblica. Così fu ricordato un anno dopo la morte dal sindaco di Salerno Vincenzo De Luca: «E’ stato un patrimonio democratico di una comunità e un grande intellettuale che nel partito non si è mai occupato di poltrone. Un vero comunista che non ha chiesto mai nulla per sé».
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Nell’estate del 2003, dopo una vana resistenza a un’implacabile malattia, ci lasciava il dottor Lello Della Monica, cardiologo apprezzato e conosciutissimo in città. Della Monica, oltre ad essere un serio professionista, coltivava la passione per la poesia, con particolare riguardo a quella in vernacolo.
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All’inizio del 2004 si spense Errico Salsano, già presidente dell’Azienda di Soggiorno e Turismo per ben 21 anni (dal 1972 al 1993). Il più longevo dei presidenti dell’ente, non dotato di risorse proprie e con esiguo personale si era reso artefice di numerosi interventi che avevano molto contribuito a migliorare il volto della città. Ricordiamoli: ha restituito dignità e suggestione al Borgo Scacciaventi; ha recuperato piazza San Francesco (salvo poi a vedersela colpire a morte dalla mano comunale per farne un parcheggio); ha rilanciato la Festa di Monte Castello, valorizzando la felice variante della Disfida dei Trombonieri; ha ridato splendore al Corpo di Cava, forse la più struggente frazione cittadina; ha dialogato con albergatori, ristoratori e operatori culturali; ha contribuito alla nascita e ha utilizzato il Piccolo Teatro al Borgo per promuovere il nome della città in Italia e all’estero; ha portato il Giro d’Italia due volte a Cava; ha istituito il premio “Cavesi nel mondo”, che ha ricondotto all’abbraccio della città (e alla conoscenza e all’esempio per i più giovani) persone di grande prestigio e capacità che se ne erano allontanate, come Gino Palumbo, Rocco Moccia, Mario Amabile e tutti gli altri; ha ottenuto la partecipazione della città a trasmissioni televisive di grande audience come (“Fantastico” o “Mille e una luce”).
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Si spense nel 2004, dopo una lunga malattia, Peppe Romano, consulente del lavoro, ma soprattutto un vero personaggio di spicco della nostra città. Era stato consigliere comunale nelle file del PCI e si era frequentemente impegnato in iniziative per il bene della collettività.
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Lucio Barone, giornalista, acceso meridionalista, uomo di cultura sempre originale e “fuori dal
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coro” scomparve nel 2005. Era stato fondatore e direttore de “Il Lavoro Tirreno”, considerato negli anni Settanta e Ottanta la “terza via” della stampa locale, tra “Il Castello” di Mimì Apicella e “Il Pungolo” di Filippo D’Ursi. Tra i tre, il suo era l’unico giornale cavese a diffusione provinciale. Ha avviato al giornalismo decine di giovani cavesi. Sempre preso da mille iniziative, dalla ceramica all’impegno meridionalista, all’amore per la poesia, alla ricerca di storia locale, fu artefice di brillanti e originali iniziative editoriali, come la produzione per la sua Mitilia di una raccolta di foto d’epoca di Cava e Vietri e la pubblicazione a fascicoli (anche questa una novità) di un dizionario della lingua napoletana curato da Domenico Apicella. Altro suo grande amore era la ceramica. Nel 1977 aveva fondato il Centro Internazionale di Studi Sociali e Culturali per la Ceramica e sua era la rassegna internazionale che ogni estate, per diversi anni, si era tenuta nello splendido scenario di Villa Guariglia a Raito. L’avventura per lui più entusiasmante la ebbe nel movimento meridionalista che caratterizzò il suo impegno politico dopo la caduta della Dc, della quale era stato militante. Nelle elezioni comunali del 1997, quelle della riconferma di Bassolino, si candidò a sindaco di Napoli alla guida di Alleanza meridionale. Lucio costituisce ancora un punto di riferimento nel movimento meridionalista. Nel 2008 è stata intitolata a lui la sede romana del Partito del Sud.
Con l’istituzione dell’ Associazione Giornalisti Cava de’ Tirreni e Costa d’Amalfi, avvenuta qualche mese dopo, il comitato direttivo composto dai rappresentanti dei giornali locali di Cava e Costiera decise di intitolare a lui la nuova struttura. Lucio Barone ne era stato uno dei più accesi e convinti promotori.
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Cordoglio a Cava de’ Tirreni per la scomparsa di Mons. Ferdinando Palatucci nella primavera del 2005. Aveva 90 anni ed era nativo di Montella. Fu ordinato sacerdote nel 1938; nel 1982 divenne arcivescovo di Amalfi e contemporaneamente vescovo di Cava. Le due diocesi furono unite nel 1986 e diventarono così Arcidiocesi di Amalfi e Cava de’ Tirreni. Palatucci era ricordato con grande affetto in città.
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A marzo del 2005 moriva Fra Giuseppe Baldini. Aveva educato molte giovane generazioni di cavesi che avevano frequentato l’attivissimo gruppo di azione cattolica di San Francesco.
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Nel novembre del 2005 Cava de’ Tirreni perse uno dei suoi più qualificati uomini di cultura, che tanto aveva contribuito a tenere elevato il livello intellettuale della città: Padre Attilio Mellone. Aveva 88 anni e dal 1956 al 1962 era stato alla guida della provincia francescana salernitano-lucana. Don Attilio è ricordato soprattutto come uno dei
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più grandi studiosi italiani di Dante: autore di 18 Capitoli dell’Enciclopedia dantesca della Treccani e ideatore e curatore della “Lectura Dantis Metelliana”, che era giunta con lui alla trentaduesima edizione. L’aveva fondata nel 1974 e nel tempo aveva richiamato in città i maggiori dantisti, italiani e stranieri. Per questa opera di divulgazione dantesca si fece apprezzare in tutta Italia e fu invitato a tenere lezioni nelle più prestigiose società dantesche (Ravenna, Firenze, Roma, Milano, Mantova, Vicenza, Schio ecc.). Anche negli anni più bui della ricerca culturale a Cava Padre Attilio aveva continuato con tenacia a perseguire il suo progetto di approfondimento dei canti della Divina Commedia. Nell’agosto del 2004 nell’Aula Consiliare del Palazzo di Città, era stato insignito della cittadinanza onoraria. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile nel panorama culturale cittadino.
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Il 28 dicembre 2005 morì all’età di 88 anni l’avvocato Raffaele Clarizia. Dal novembre 1958 al dicembre del 1960 era stato sindaco della città.
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Raffaele Senatore era in chiesa in un pomeriggio di maggio del 2006, per il trigesimo della
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scomparsa di Catello Mari. Aveva appena terminato un’orazione funebre e aveva ripreso posto fra i banchi. Lì il suo cuore si è fermato. Raffaele Senatore era nato ad Amantea nel 1940. A 4 anni si era trasferito a Cava de’ Tirreni. Trascorse i primi anni di lavoro a Firenze nella redazione de “La Nazione”. Al ritorno a Cava conseguì una brillante carriera nelle FS fino alla dirigenza. Ma non cessò di scrivere: fu corrispondente de “Il Tempo” e della “Gazzetta dello Sport”. Ha diretto numerose testate locali, fra cui “Cava news”, periodico degli Sbandieratori Città de La Cava. Più volte ha collaborato a Panorama Tirreno. Tra i suoi libri ricordiamo “Aquilotti sempre” e “US Cavese, 90 anni di passione blue fonsè”, sul suo grande amore sportivo; “Cava de’ Tirreni stazione di soggiorno”, sull’ente turistico di cui è stato infaticabile direttore per molti anni; e “Mamma Lucia, l’epopea di una madre, Mutter Der Gefallenen”, sulla nota figura cavese per la quale si era molto impegnato a promuovere un’iniziativa che ne favorisse la beatificazione.
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Nei primi giorni del 2008 si spense il dottor Mario Esposito, un protagonista della vita politica e sociale cittadina della seconda metà del Novecento. Era stato medico sanitario della città, consigliere e assessore comunale, consigliere provinciale. Sempre impegnato nella vita culturale cittadina, si era reso promotore di iniziative per valorizzare la figura del marchese Andrea Genoino e per la ristampa di un suo libro (“Le Sicilie al tempo di Francesco I”). Fu grande amico ed estimatore di Riccardo Romano.
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La notizia a settembre della morte di soldati italiani in Afghanistan a seguito di un attentato terroristico, raggelò i cavesi: tra le vittime c’era anche il Primo Caporal Maggiore della Folgore Massimiliano Randino, di 32 anni. Nato a Pagani, era vissuto a Cava per molti anni. Qui aveva molti amici e aveva partecipato alla vita associativa, essendo un componente del gruppo sbandieratori Città de La Cava. Da sposato si era trasferito a Sesto Fiorentino con la moglie. A Kabul era in missione di pace. Dopo i Funerali di Stato nella basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma la salma è stata trasportata prima a Nocera Superiore dove vivono attualmente i genitori e poi a Cava. Dopo una solenne celebrazione nel santuario di San Francesco e Sant’Antonio, Massimiliano è stato sepolto nel cimitero di Cava.
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C’era tanta gente  ai funerali di don Guerino Amato, svoltisi il 26 settembre 2009. Una moltitudine di
Guerino Amato  1982 Andrea Cotugno Pasquale Vangone Isidoro Sic
persone, tra cui anche tanti suoi ex dipendenti, venuta a salutare per l’ultima volta “l’uomo che fece grande la Cavese”. Persona schiva e poco avvezza alle telecamere e ai taccuini, don Guerino Amato, insieme ad altri imprenditori, fece fare il salto di qualità alla “sua” Cavese nei primi anni ottanta, gli anni della serie B.