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2000
Mons. Orazio Soricelli all’età di 48 anni venne nominato arcivescovo della diocesi Amalfi-Cava de’ Tirreni, in sostituzione di Beniamino Depalma. Al momento della nomina Soricelli era il più giovane arcivescovo d’Italia essendo nato a Calvi il 9 luglio del 1952.
Ha studiato nel seminario arcivescovile di Benevento ed è stato ordinato sacerdote ad Apice l’11 settembre del 1976. E’ stato anche vice rettore del seminario regionale, direttore dell’ufficio diocesano missionario e direttore regionale delle Pontificie Opere Missionarie.
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Venne inaugurato nel 2000 l’ex convento di Santa Maria del Rifugio in Piazza San Francesco e molti giovani cavesi scoprirono di possedere un vero e proprio monumento cittadino di grande valore storico e architettonico. L’edificio era chiuso e inagibile dal terremoto del 1980, a causa del quale si erano verificati anche dei crolli sulla facciata, ma già prima del sisma versava in condizioni precarie. Il restauro, durato diversi anni, fu fortemente voluto dall’amministrazione comunale guidata da Fiorillo, con Calvanese assessore alla cultura, e fu realizzato con fondi della legge 219/81 (terremoto) e della legge del Giubileo, per una spesa complessiva di circa 7 miliardi di lire. I lavori hanno inteso rispettare la distribuzione dei vari ambienti e l’originario impianto; la scelta dei materiali (cotto, basalto, breccia irpina, marmo bianco) è stata frutto di uno studio degli antichi materiali già presenti nel Convento.
Il complesso monumentale si è rivelato un’opera di grande utilità per la città. Al suo interno è stata ospitata la Galleria Comunale d’Arte, una Sala Conferenze e l’Ostello della Gioventù. Il Giardino e il Chiostro, oltre ad essere uno spazio di suggestiva bellezza, vengono utilizzati per eventi e manifestazioni all’aperto.
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2001
Dopo anni di lavoro, nel gennaio del 2001 arrivò per il Parco Naturale Diecimare la definitiva consacrazione nell’olimpo dei Parchi italiani. Infatti il Ministero dell’Ambiente, dopo un’attenta istruttoria, inserì il Parco nell’elenco ufficiale delle aree naturali protette. Il provvedimento è contenuto nella deliberazione, emanata dalla Conferenza Stato-regioni, recante l’approvazione del terzo aggiornamento dell’elenco ufficiale delle aree naturali protette, pubblicata sul supplemento ordinario n.18 della Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 2001.
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2002
Estate senz’acqua a Cava da luglio a ottobre. Con un’ordinanza del sindaco fu sospesa la distribuzione idrica dalle 19 alle 6 del mattino, in considerazione della consistente riduzione delle falde freatiche delle sorgenti. Chiuse anche le fontane pubbliche e quelle ornamentali non dotate di riciclo. Il fenomeno si aggravò rapidamente a causa dell’andamento meteorologico sfavorevole che fece ridurre l’acqua alle sorgenti, in particolare ad Acerno, del 40% rispetto all’anno precedente.
La crisi idrica riportò la città metelliana indietro negli anni, al ricordo di tante estati passate negli anni 60 e 70 con i rubinetti a secco e le file alle fontanelle pubbliche.
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Dopo alcuni anni di interruzione, nel 2002 ritornarono i fuochi d’artificio da Monte Castello in occasione della festa di giugno. L’evento fu salutato con grande soddisfazione da parte dei cavesi tradizionalmente legati allo spettacolo pirotecnico. L’ “astinenza” dai fuochi durava ormai da diversi anni, da quando un’ordinanza prefettizia ne aveva proibito l’esecuzione in conseguenza degli incendi che puntualmente martoriavano la vegetazione del monte. Solo nella notte di Capodanno del 2000, in via eccezionale, erano stati nuovamente autorizzati, in quanto in inverno il rischio incendi era molto più limitato.
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Il liceo classico della Badia di Cava chiuse i battenti definitivamente dopo 135 anni di attività. I monaci dell’abbazia benedettina presero la sofferta decisione dopo aver constatato il forte calo degli iscritti degli ultimi anni. Sopravvive invece il liceo scientifico, il fratello ”minore” istituito nel 1969.Il liceo classico era stato istituito nel 1867 con padrini d’eccezione: don Guglielmo Sanfelice, divenuto in seguito arcivescovo di Napoli e cardinale; don Michele Morcaldi, artefice primo del famoso ”Codex diplomaticus cavensis” e benemerito delle scuole popolari a Cava; don Benedetto Bonazzi, grecista di fama mondiale, autore del noto dizionario greco-italiano , in seguito arcivescovo di Benevento.
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Il 7 dicembre venne conferito a Giuseppe Murolo il premio “Cavesi nel mondo”, un riconoscimento attribuito ad eminenti personalità cittadine, istituito dall’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo nel 1982.
Nato a Cava nel 1930 e laureato in scienze agrarie, Murolo è stato, tra l’altro, professore e preside di istituti tecnici, Ispettore tecnico del ministero della Pubblica Istruzione-settore agrario, medaglia d’oro al merito della tecnica agricola.
L’ultima edizione del premio “Cavesi nel mondo” risale al 2004, quando il riconoscimento fu conferito al  professore Francesco Della Corte, medico, ricercatore e scienziato. Nacque nella città metelliana il 22 ottobre 1930 da Giulio Della Corte e Margherita Masson. Anche il nonno paterno fu una figura molto conosciuta in città per aver curato la costruzione della strada che conduce al Corpo di Cava per la Pietrasanta, a lui intitolata. Francesco Della Corte conseguì la maturità classica al Liceo S. Benedetto della Badia nel 1947. Successivamente si iscrisse alla Facoltà di Medicina a Napoli e si laureò con il massimo dei voti nel 1953. Divenne infine docente ordinario di istologia ed embriologia per scienze biologiche presso la prima cattedra della facoltà di Scienze dell’ateneo Federico II di Napoli.
Il premio “Cavesi nel mondo nelle edizioni precedenti era stato assegnato a Gino Palumbo, giornalista e direttore della Gazzetta dello Sport, Mario Amabile, banchiere, Renato Di Mauro, industriale, Rocco Moccia, Direttore Generale del Ministero del Turismo, Sabato Palazzo, generale dell’Arma dei Carabinieri, Giuseppe Senatore, veterinario e docente universitario in Venezuela, Luigi ed Albino Carleo, figli del cav. Gaetano, industriali in Sud Africa, Fernando Salsano, noto e stimato “dantista”, Bruno Apicella, magistrato, presidente del Tribunale di Lodi, e Don Faustino Avagliano O.S.B., archivista dell’abbazia di Montecassino.
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2003
La Regione Campania istituì il 13 novembre 2003, con Decreto del Presidente della Giunta Regionale della Campania n. 781, tre nuovi parchi regionali, tra cui anche quello dei Monti Lattari. La Badia e Corpo di Cava sono compresi nell’area protetta, insieme alla maggior parte dei comuni della costiera sorrentina ed amalfitana. La vicenda dell’istituzione del Parco dei Monti Lattari è stata lunga e intricata con momenti di sofferenza, in particolare, per il gruppo del WWF che opera nella zona, che ha sempre creduto in questa soluzione. L’amministrazione comunale guidata da Messina si era espressa prima sfavorevolmente all’idea di creazione dell’area protetta, ma poi ebbe un ripensamento e una “convinta” adesione. Precedentemente c’era stata l’iniziativa dell’On Cirielli che proponeva “l’annessione” dei Monti Lattari al Parco Nazionale del Vesuvio.
In Provincia di Salerno, oltre al Parco Nazionale del Cilento sono state istituite dalla Regione altre quattro aree protette: Parco dei Monti Picentini, Riserva Regionale Eremita-Marzano, Riserva Regionale Foce Sele-Tanagro, Riserva Regionale del Fiume Sarno.
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Dall’estate del 2003, ospite del tutto indesiderata e non attesa, è diventata la zanzara tigre. Giunta in Italia da un quindicennio, ha trovato un clima favorevole per prolificare rapidamente. In breve ha invaso Roma, Milano, Bologna e vaste zone del Nord e Centro Italia. Il fastidioso insetto ha invaso infine la provincia di Salerno e in particolare alcune zone del Cilento, ma ha trovato un habitat gradito, purtroppo, anche a Cava. Buona parte della cittadinanza ha fatto suo malgrado conoscenza col terribile insetto di provenienza asiatica, il cui “morso” provoca violente reazioni cutanee che spesso richiedono il ricorso a pomate a base di cortisone.
La “tigre”, al contrario delle notturne zanzare nostrane, è attiva soprattutto nelle ore pomeridiane. Vola a pochi centimetri da terra e per questo predilige per le sue “trasfusioni di sangue” i polpacci delle persone. È molto aggressiva, tanto che colpisce anche se si è in movimento e solitamente è capace di lasciare tre o quattro suoi “ricordi” in pochi centimetri di pelle. È leggermente più piccola delle zanzare nostrane, è nera ed è ricoperta di macchioline bianche (di qui il nome). La sua saliva provoca gonfiori e pruriti che spesso richiedono il ricorso alle cure dei medici.
Per ostacolare la diffusione di questo insetto occorrono frequenti disinfestazioni in tutti i quartieri da primavera fino ad autunno inoltrato e campagne di informazione rivolte alla cittadinanza per evitare azioni che possano favorire il loro proliferare. Ad esempio, bisogna avere molta attenzione ad evitare il formarsi di acque stagnanti, come quelle dei sottovasi quando si innaffiano le piante, perché lì le zanzare possono deporre le loro uova e prolificare.
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2006
Inaugurato a marzo il monumento a Mamma Lucia nel sagrato della chiesa del Purgatorio. L’opera è stata realizzata da Ugo Marano, artista salernitano prescelto da un comitato nominato dall’Azienda autonoma di soggiorno e turismo metelliana che sponsorizzò questa iniziativa. La base pesa 30 quintali ed il monumento vero e proprio circa 10. Marano ha scelto il blocco di marmo dal quale ricavare il monumento a Massa Carrara nella cava “Michelangelo”. « Ho voluto evidenziare attraverso questo simulacro l’anima di Mamma Lucia che vive e non il suo corpo che non esiste più», così l’autore ha descritto la sua opera.
Sempre riguardo a Mamma Lucia, nel settembre dello stesso anno fu trovata una collocazione definitiva al busto che la raffigura, nella piazzetta di Sant’Arcangelo, dopo che per molto tempo aveva vagato prima davanti alle scuole comunali di piazza Lentini e poi nei giardinetti adiacenti alla stazione ferroviaria. La definitiva sistemazione a Sant’Arcangelo appare più coerente, essendo qui nata il 18 novembre del 1887.
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2006/2007
Da ottobre 2006 fino a giugno 2007, per festeggiare trent’anni d’attività, il Piccolo Teatro al Borgo organizzò un cartellone di spettacoli intitolato ad Enrico Salsano. Si trattò di una serie di repliche delle rappresentazioni di maggiore successo, da quelli di Eduardo a quelli scritti da Mimmo Venditti, che è anche regista e direttore artistico. Il 12 dicembre 1976 si inaugurava in una vecchia cantina del Borgo Scacciaventi adattata a teatro l’attività
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della compagnia, voluta dall’allora presidente dell’Azienda di Soggiorno Enrico Salsano, nata dalle ceneri del vecchio GAD Città di Cava. Il 18 dicembre seguì la prima vera rappresentazione. Era Venditti l’anima del gruppo e lui ha continuato ad esserlo in tutti gli anni successivi. Presto la Compagnia imparò a sopravvivere con una sede precaria e, soprattutto, senza una sala teatrale a Cava che potesse realmente chiamarsi tale. E cominciò a viaggiare, a rappresentare commedie (ma anche la città) in ogni parte d’Italia, dal Friuli alla Sicilia, dall’Alto Adige alla Calabria, dalla Valle d’Aosta alla Puglia. Poi oltre confine, in Belgio a Bruxelles e in Austria a Vienna, Salisburgo e Innsbruck. In più di trent’anni il Piccolo Teatro al Borgo ha ottenuto trofei, targhe, riconoscimenti, il favore del pubblico e della critica, ma non ha ancora vinto la più dura delle battaglie: quella di far rinascere un teatro nella propria città.
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Nel 2006 a Rocco Iannone, titolare del ristorante “Pappacarbone” in Via Rosario Senatore, è stato riconosciuto il titolo di “giovane cuoco dell’anno” da parte della nuova guida de “L’Espresso-I ristoranti”. Il ristorante è segnalato nelle migliori guide ed è indicato come uno dei migliori della regione.
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Venne inaugurata a fine anno l’area mercatale, fieristico-espositiva ed il parcheggio terminal bus di viale Marconi. L’opera fu realizzata interamente con i fondi Patto Territoriale Costa d’Amalfi per un importo complessivo di oltre 3 milioni 700mila euro.
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2008
Da gennaio del 2008 Piazza Lentini è diventata Piazza Mario Amabile, in memoria del noto imprenditore fondatore della Tirrena Assicurazioni. Mario Amabile nacque a Cava de’ Tirreni nel 1913, figlio dell’avvocato Antonio Amabile, fondatore del Credito Commerciale Tirreno. Con Ernesto Apuzzo fondò nel 1945 la Compagnia Tirrena Assicurazioni di cui ricoprì la carica di Presidente e Direttore Generale. E’ stato Consigliere Delegato delle altre tre imprese del Gruppo Tirrena quali, Lloyd Internazionale, S.I.D.A. ed Unione Euro Americana. Per i meriti conseguiti nel corso di un’intensa vita di impegno civile ed imprenditoriale, fu anche insignito delle onorificenze di Cavaliere di Grazia Magistrale del Sovrano Ordine Militare di Malta, di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica, di Commendatore dell’Ordine di S. Gregorio Magno ed ottenne la medaglia d’oro degli Artefici del Lavoro Italiano, cui seguì il premio “Cavesi nel Mondo” nel 1981. Profondamente legato alla sua città natale, Mario Amabile contribuì al restauro della chiesa della Madonna dell’Olmo, del santuario della Madonna dell’Avvocata e donò il portone di bronzo che introduce alla cattedrale dell’Abbazia Benedettina. In seguito al terremoto del 1980, fece costruire, con il contributo dell’A.N.I.A., la casa di riposo per anziani disagiati di Pregiato. Morì a Roma il 21 agosto 1987.
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Nei primi mesi del 2008 fu finalmente inaugurato anche a Cava l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (Urp) presso i locali che ospitavano la Croce Rossa al piano terra del Palazzo di Città. Si diede quindi attuazione, dopo molti anni di inadempienza, all’obbligo, previsto dalla legge 150 del 2000, di istituire un ufficio che abbia il compito di curare la comunicazione dell’ente con i cittadini.
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Nel 2008 fu impiantato a Cava il set del film “Io non ci casco”, scritto e diretto da Pasquale Falcone, con la partecipazione di Maria Grazia Cucinotta. Protagonisti 10 ragazzi, tutti attori non professionisti. Tra gli altri interpreti, oltre alla Cucinotta, anche Maurizio Casagrande, lo stesso Falcone, Antonio Stornaiolo,
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Rosaria De Cicco ed il deejay Claudio Coccoluto. Maria Grazia Cucinotta è stata anche produttrice del film, rivolto a un pubblico prevalentemente giovanile. Con questo film Pasquale Falcone giunse alla sua terza esperienza da regista dopo “Amore con la S maiuscola” e “Lista civica di provocazione”.
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Su iniziativa di Metellia Servizi venne rilanciato a Cava il servizio di trasporto con “Ape calessino”, il glorioso mototaxi che fino a qualche decennio fa consentiva rapidi ed efficaci collegamenti con le frazioni.
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2009
Grande festa in città all’inizio dell’anno per due eventi speciali: la riapertura al culto della chiesa di San Francesco e il decreto con cui venne dichiarato il santuario francescano dedicato a San Francesco e Sant’Antonio. L’elevazione del complesso a santuario francescano è stata avallata
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dalle autorità ecclesiastiche in virtù della sua antica origine (1501) ed anche perché nel corso degli anni l’afflusso di visitatori al luogo sacro è sempre aumentato. Numerose sono anche le opere assistenziali nelle quali i frati sono impegnati (mensa dei poveri ed alcuni locali destinati ai senza tetto). Tra fuochi d’artificio e una folla numerosissima, la basilica è stata poi riaperta dopo 28 anni. Era crollata col terremoto del 23 novembre 1980, che lasciò in piedi soltanto la facciata. A fatica e con grande impegno è stata ricostruita e restituita al suo aspetto originario, grazie soprattutto alla tenacia di Fra Gigino Petrone e alla generosità dei cittadini.
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Con il passaggio al digitale terrestre in Campania, a Cava si verificarono problemi di ricezione. Dalla Pietrasanta (Badia) furono attivati soltanto Rai 1, Rai 2 e Rai 3, mentre mancavano all’appello altri canali importanti come Rai 4, Rai Premium, Rai Storia, Rai Extra, Rai Cinema ed altre stazioni private. In pratica, risultavano inattivi i mux 2, 3 e 4 (l’insieme dei canali ospitati su una singola frequenza televisiva) del servizio pubblico che non permettevano di vedere i canali 30 e 26. Il problema è stato poi parzialmente risolto a gennaio, con l’attivazione dei mux 2 e 3.
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Alla vigilia di Natale si è compiuto un efferato delitto a Burgemeesrer Elsenlaan, zona elegante nei pressi de L’Aja. La vittima era il cavese Antonio Ferrigno, fisico nucleare, capo esaminatore dell’ufficio europeo dei brevetti in Olanda dove viveva da 25 anni. A trovarlo in un lago di sangue e con le mani legate sul pavimento della sua casa era stato il figlio. La scomparsa di Ferrigno ha lasciato nello sconforto i parenti e numerosi amici che aveva a Cava. Le indagini non hanno ancora dato risultati.