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Cavese, dieci anni di grandi emozioni
- Dalla scomparsa di Troiano all’era Della Monica, fra illecito, play out, play off, ripescaggio e 2 campionati
vinti - - Mille sacrifici per affrontare la C2, l’amaro ritorno in D, il riscatto e infine l’approdo in C1 e poi la Lega Pro -
- Ma su tutto domina il ricordo di un pomeriggio di gioia seguito dal gran
dolore per la tragica fine di Catello Mari -
La società sportiva Cavese si affacciò al nuovo millennio in una situazione estremamente difficile. Dopo una sospirata
promozione in C2 dal campionato nazionale dilettanti, avvenuta nel
1997 ad opera di una squadra volitiva allenata da Eziolino Capuano, la squadra
si barcamenava tra mille ostacoli soprattutto di carattere finanziario. La
scomparsa nel 1999 di Franco Troiano, grande organizzatore di concerti e
presidente della squadra, aveva lasciato un vuoto enorme tra gli sportivi e gli
amanti della musica. Era stato un appassionato tifoso aquilotto (qui aveva
giocato anche da portiere), aveva ridato una certa stabilità societaria, mettendosi a capo di una cordata cittadina di imprenditori che
aveva rilevato la squadra dai fratelli Sorrentino. Negli anni a cavallo dei due
secoli, con grande entusiasmo e sacrificio era stato Gino Montella il
principale artefice della sopravvivenza del calcio a Cava, ma certamente non
poteva da solo reggere a lungo una situazione sempre più difficile dal punto di vista finanziario. Dopo qualche illusoria apparizione di
mecenati (fra questi tal Saverio Sborlini, imprenditore con interessi in
riviera romagnola e capitali nella Repubblica di S. Marino) scomparsi dalla
circolazione con la stessa rapidità con cui si erano manifestati, nel gennaio del 2001 fu l’imprenditore Antonio Della Monica, a capo di una cordata di una trentina di
volenterosi, tra imprenditori e liberi professionisti di Cava de’ Tirreni, a rilevare la squadra dalle mani esauste di Montella.
L’addio di Montella poi Della Monica
I primi anni della gestione Della Monica furono terribili. Numerosi allenatori
si
avvicendarono sulla panchina biancoblu, fino all’amara retrocessione sul campo di nuovo tra i dilettanti nel campionato 2000-2001
dopo il play-out spareggio contro il Sant’Anastasia. Per fortuna, ma anche per la dimostrazione di un valido e solido
assetto societario, la squadra fu ripescata e, guidata sulla panchina da
Vittorio Belotti, potette di nuovo iscriversi al campionato di C2. Il
campionato successivo fu altrettanto drammatico. Ancora alternanza in panchina,
fronde negli spogliatoi e ancora lo stress dei play out, questa volta contro il
Nardò. Sul campo l’esito fu positivo, ma giunse inaspettata di nuovo l’onta della retrocessione a tavolino per illecito sportivo. Il Nardò presentò ricorso dopo l’incontro di ritorno al “Lamberti”, denunciando un assurdo tentativo di illecito prepartita, frutto di menti
balzane. La società fu riconosciuta colpevole dell’ingenua e maldestra tentata corruzione nei confronti di un calciatore avversario
prima dell’incontro di ritorno casalingo, che con un semplice pareggio ci avrebbe
assicurato la permanenza in C2. I massimi organi di giustizia sportiva non
esitarono a dar ragione al Nardò e scaraventarono la Cavese (già segnata nella sua storia da altri infelici episodi simili) tra i dilettanti.
Perduto quasi tutto il parco-calciatori, cancellati importanti contratti con un
tecnico di valore (Massimo Silva) e diversi calciatori di un certo spessore, la
società metelliana presieduta da Della Monica si ritrovò di nuovo in Serie D, nel girone I (siciliano-calabro-campano) con il pesante
fardello di ritentare subito la risalita tra i professionisti.
Retrocessi a tavolino per illecito
Nel torneo 2002-2003 l’amarezza della retrocessione a tavolino non fu ovviamente digerita da una parte
consistente della tifoseria cavese e le presenze allo stadio iniziarono modeste
nei numeri e poco calorose nell’entusiasmo e nel sostegno. I risultati di inizio campionato furono scarsi e
davano l’amara sensazione di un’altra stagione di sofferenze. Poi l’allenatore
Mario Somma prese in mano le redini della squadra in sostituzione di un incerto
Di Fusco. La Cavese passò nel giro di poche settimane e con una serie entusiasmante di risultati positivi
dalle zone di bassa classifica ai vertici, giungendo ad un testa a testa con il
Vigor Lamezia, avversario indomito fino allo scontro decisivo del Simonetta
Lamberti, conclusosi con il trionfo biancoblu. Gli Aquilotti conquistarono la
vetta solitaria della classifica, vinsero il girone con due giornate d’anticipo e tornarono così in C2. Pochi avrebbero scommesso sulla Cavese dopo le prime giornate e per
questo ancora più esaltante fu l’esito di questa escalation, che per sequenza di risultati, indipendentemente
dalla categoria in cui furono raggiunti, è sicuramente ascrivibile ad una delle pagine migliori della lunga storia della
squadra aquilotta. Questa promozione nel torneo di Serie D, ad un anno da un’umiliante retrocessione, riportò l’entusiasmo in città e un pubblico folto e caloroso intorno alla squadra.
Biagio Antonacci goleador mancato
Il felice evento sportivo si colorò infine di un singolare avvenimento: fu tesserato in extremis il cantautore
Biagio Antonacci, per consentirgli di giocare l’ultima partita di campionato al Simonetta Lamberti. Una notizia che fece il giro
del mondo. Il popolare cantante milanese coronò così il suo sogno personale: poter disputare una partita vera in un campionato
ufficiale. E per poco Antonacci non riuscì a fare anche gol contro il Vittoria. Antonacci decise di accettare la proposta
del presidente Della Monica anche per accontentare soprattutto un ragazzo di
Cava, Alfonso Violante detto “capaliscia”, che da tempo lavorava con lui. Alfonso, tifosissimo della Cavese, finì col contagiare il suo datore di lavoro.
Dopo un primo anno da matricola in C2 con scarse soddisfazioni, nel 2004 Antonio
Della Monica decise di uscire di scena. I motivi di tale scelta, dopo quattro
anni vissuti da patron, furono dovuti fra l’altro ad alcune contestazioni di una minoranza della tifoseria cavese. Cutillo
divenne il nuovo presidente, accompagnato dal diesse Nicola Dionisio. Il gruppo
che prese in mano la Cavese aveva un passato calcistico ad Ariano Irpino (serie
D) e, per la prima volta, si confrontava con una “piazza” di caratura decisamente maggiore. La squadra fu affidata all’allenatore Sasà Campilongo. La prima stagione di Campilongo fu esaltante per tre quarti di
campionato. Impeccabile, per il gioco e per i risultati, la Cavese fu,
unanimemente riconosciuta come la migliore squadra fino a marzo, apprezzata per
il bel gioco e l’ottima disposizione in campo. Fece sognare tutti. Poi alcuni risultati negativi
la ridimensionarono, costringendola a giocarsi la possibile promozione in C1 ai
play off. Andò bene il primo turno, con la vittoria e il pareggio contro la Juve Stabia. Nella
doppia finale contro il Gela gli Aquilotti pareggiarono in casa, fallendo un
rigore, e persero nei tempi supplementari nell’incontro di ritorno in Sicilia. Addio alla promozione!
Anni d’oro di Dionisio e Campilongo
La delusione di quella stagione ebbe un seguito mozzafiato per i tifosi: prima l’esclusione dal campionato per la mancata consegna di un documento, a cui si
rimediò urgentemente nei giorni successivi; poi la vana speranza addirittura di un
ripescaggio in C1. Il tutto condito dalla ricorrente crisi societaria, a
seguito della quale Cutillo, sommerso dai debiti, decise di lasciare le redini
ad un nuovo gruppo nuovamente guidato da Antonio Della Monica. La nuova
dirigenza confermò il diesse Dionisio e l’allenatore Campilongo.
Le due scelte si rivelarono azzeccate, perché nella stagione 2005/2006 la Cavese si rese artefice di una condotta esemplare.
Gioco frizzante ed efficace, numerose vittorie in trasferta, sempre ai vertici
della classifica e per lungo tempo nella fase conclusiva del torneo solitaria
in vetta. Alla fine gli Aquilotti si aggiudicarono una meritatissima promozione
con ben quattro giornate d’anticipo. Era il 15 aprile, vigilia di Pasqua. Al
Simonetta Lamberti si giocava contro il Sassuolo. Dopo mezz’ora la Cavese si trovò in svantaggio di un gol. Solo nel secondo tempo Schetter ed Aquino ribaltarono
il risultato: 2-1 e matematica promozione in C1. Fu grande festa a fine gara.
Un unico gioioso abbraccio fra giocatori, tifosi e dirigenti. Dopo circa un
ventennio di sofferenze fra i dilettanti e le serie minori, gli Aquilotti
finalmente ritornavano in C1. In quel pomeriggio di festa i fotografi
immortalarono fra gli altri la felicità e la commozione di uno di quei ragazzi che con tanta grinta e generosità aveva contribuito al successo della squadra. Si chiamava Catello Mari e la sua
gioia sembrava incontenibile. Quella sera i festeggiamenti continuarono
ovviamente anche fuori dallo stadio. I tifosi invasero le strade cittadine, la
squadra si riunì a fare bisboccia fino a tarda notte. Finita la festa Mari decise di mettersi in
macchina per tornare a casa, nella sua Castellammare di Stabia. Un terribile
incidente sull’autostrada gli tolse la vita e ai cavesi tolse la voglia di continuare la festa
nei giorni successivi. Catello Mari aveva 28 anni. Il suo ricordo è rimasto immutato negli anni successivi. A lui è stata dedicata la curva sud; in suo onore, al termine di ogni incontro
casalingo, la squadra si riunisce sotto la curva per un saluto finale insieme ai tifosi.
Fariello presidente e delusione play off
Il primo campionato di C1 dopo un paio di decenni si annunciò nel migliore dei modi, La società si presentava solida, con Antonio Fariello presidente, Della Monica dietro le
quinte e la riconferma di Dionisio e Campilongo. Dopo le ottime prove in Coppa
Italia contro Lecce e Bologna la Cavese confermò in campionato la validità dei suoi schemi e la qualità dei suoi giocatori e dell’allenatore. In un campionato brillantissimo la Cavese vinse alla distanza il
confronto con gli odiati cugini
salernitani. Posti nello stesso girone le due squadre si incontrarono nuovamente
all’Arechi il 10 gennaio e al Lamberti nell’ultima di campionato il 13 maggio 2007. Finì con due pareggi (0-0 e 1-1), con qualche incidente a Salerno, mentre al ritorno
si giocò a porte chiuse. Ma il torneo della Cavese si concluse con i play off, mentre i
granata si mantennero per tutta la stagione nelle parti basse della classifica.
Nei play off la cavese dovette incontrarsi con il Foggia, andata in Puglia e
ritorno al Lamberti. A Foggia si mise subito bene, con gli Aquilotti in
vantaggio nel primo tempo per 2-1. Il risultato fu tenuto fino ad un quarto d’ora dalla fine, poi venne l’inspiegabile crollo: in rapida sequenza e prima del fischio finale entrarono ben
quattro palloni nella rete del portiere Mancinelli. Finale: 5-2. Al ritorno, il
3 giugno 2007, l’impresa doveva essere quella di vincere con almeno tre gol di scarto. Quasi
impossibile, ma la squadra, i dirigenti e i tifosi parevano crederci. Ebbene,
allo scadere del tempo regolamentare la Cavese vinceva esattamente 3-0. Il
pubblico era in delirio, i giocatori con gli occhi lucidi, il presidente
Fariello inginocchiato davanti alla tribuna. Cinque minuti di recupero, e, al
49’, i foggiani insaccarono la rete che permise loro di superare il turno e di
accedere alla finale con l’Avellino, vinta poi dagli irpini che raggiunsero il Ravenna in B. Finì così un campionato strepitoso per gli Aquilotti, il primo in C1 dopo circa un
ventennio. Seguirono polemiche alimentate dalla delusione, Campilongo, lasciò Cava e sulla panchina arrivò Cioffi.
In Lega Pro con dignità
La stagione 2007-2008, nel girone A, non iniziò nel
migliore dei modi. Squadra invecchiata, divisioni e scarsa capacità di sofferenza i mali degli Aquilotti, Alla quinta giornata Cioffi fu sostituito
da Ammazzalorso, fino all’arrivo di Papagni alla 21ª giornata. Il torneo andò avanti in maniera altalenante, fino ad una salvezza senza infamia e senza lode.
Nel torneo 2008-2009 (primo di Lega Pro, Prima Divisione, che prese il posto della C1) con Camplone in panchina, la Cavese sorprese nuovamente
tutti. Dalle premesse della campagna acquisti e del precampionato molti non
avevano tratto i migliori auspici. Poi invece la squadra, con un’invidiabile regolarità positiva seguita ad un avvio zoppicante, aveva conquistato le posizioni di
vertice della classifica lasciando presagire la possibilità di un nuovo finale ai play off come nel 2007. Solo nelle ultime giornate la
Cavese rallentò sensibilmente la sua tabella di marcia e, gettando al vento tutte le migliori
aspettative, si classificò immediatamente a ridosso delle prime cinque del girone.
Il campionato 2009-2010 cominciò invece piuttosto male. Con l’allenatore Agenore Maurizi alla guida si dovette attendere ben sette giornate
per assistere alla prima vittoria della squadra, ma fino a tutto novembre i
risultati furono per lo più negativi, tanto che all’arrivo del nuovo allenatore Paolo Stringara, la Cavese era desolatamente ultima
in classifica. L’impresa di salvare il campionato cominciava a sembrare disperata, ma la qualità del nuovo tecnico e alcuni acquisti del mercato invernale hanno consentito agli
Aquilotti di risalire lentamente la china. Il 2010, si spera, accompagnerà giocatori, dirigenza e tifosi verso una tranquilla permanenza nella Prima
Divisione della Lega Pro.
“Dale Cavese” la più vista su You Tube
Negli ultimi anni si è sviluppato in Rete un fenomeno curiosissimo
che coinvolge direttamente i tifosi della Cavese. Su You Tube più di 2 milioni di contatti si sono verificati (e il numero è in continua ascesa) per guardare un video della curva del Simonetta Lamberti in
cui i tifosi cantano a squarciagola quello che è ormai conosciuto in tutto il mondo col nome di “Dale Cavese”. Dale Cavese mostra i tifosi della Curva Sud (dedicata a Catello Mari) che, in
occasione di una gara serale contro l’Ancona, terminata 3-2 (posticipo del campionato di Serie C1, giocata lunedì 25 settembre 2006), si esibirono in una coreografia che ha colpito i
sostenitori di tantissime squadre di calcio, tanto che centinaia di altre
tifoserie hanno adottato Dale Cavese o liberamente si ispirano nei loro cori.
Tifosi inglesi, turchi, tedeschi, austriaci, francesi, danesi, svedesi, rumeni,
belgi, australiani e di molti altri Paesi inneggiano alla loro squadra del
cuore sulle note di Dale Cavese. Dale Cavese è la riproposizione europea di Dale Boca, un canto nato negli anni Cinquanta del
secolo scorso in Argentina e utilizzato dai tifosi del Boca Juniors, antico
club platense fondato nel 1905 dai xeneizes, ossia da genovesi.
Il fenomeno cavese nasce dalla geniale intuizione del blogger Acidsiempre che l’11 aprile 2007 ha collocato su Youtube i 2’ e 26’’ di immagini, suoni e passione della tifoseria cavese.
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