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S. Mauro La Bruca vista da Romanelli:
“un vecchio che non dorme ma riposa”
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Francesco Romanelli
San Mauro La Bruca
Tra istituzioni, clero e briganti
Area Blu Edizioni 2014
182 pagine • 15 euro


Franco Bruno Vitolo
L’  argomento del libro sta già chiaramente tutto nel titolo “documentario”: «San Mauro La Bruca - Tra istituzioni, clero e briganti». Franco Romanelli ha rinunciato alle oleografie, che a volte possono essere forzate e poco realistiche, ha messo in un cantuccio i raccontini, sia pur simpatici, da bar o da caminetto, si è imposto di non farsi prendere la mano dal cuore e dalle sue emozioni, che comunque bussavano alla porta. E fin dall’inizio si è lasciato guidare dal suo spirito guida giornalistico, andando alla ricerca dell’anima più profonda del suo paese attraverso la storia, le radici religiose, gli ordinamenti civili e amministrativi, le economie e gli stipendi, le diatribe sociali, il tutto rigorosamente raccontato attraverso documenti scovati con pazienza certosina e pupilla vibrante di divertita e appassionata curiosità.
Con questo filo conduttore egli è riuscito a dominare la materia, non gettando le emozioni nell’arena, ma facendo parlare i fatti. Nello stesso tempo, però, con sapiente successione di capitoli e degli argomenti, ha fatto rientrare dalla finestra svariati colori e “fattarielli” in un primo momento tenuti in trepida lista d’attesa.
Romanelli ci proietta dalla Piazza Chiesa alle chiese, dalla storia di San Mauro Abate, che ha dato il nome al paese, a quei libroni oggi polverosi e misteriosi delle parrocchie che contenevano frammenti  fondamentali di vita, trasudando sudori e speranze, conquiste e fatiche, tra battesimi, matrimoni e funerali: significativi flash di quel passato lungo e grande, sul quale noi ci appoggiamo per godere del presente e guardare più lontano. Ed è proprio di questi punti d’appoggio che Romanelli va alla ricerca.
Come negare allora che sia stato un punto d’appoggio, per i sammauresi e non solo, il dott. Pietro De Cusatis, medico di vaglia di metà Ottocento, che tra le altre cose curò l’epidemia di colera a Napoli e contribuì allo studio sulla scoperta della misteriosa e terapeutica “acqua emostatica”? Come non riflettere di fronte ai tanto documenti integralmente trascritti che, come in un documentario TV Anni Cinquanta di Mario Soldati, ci rappresentano le storie di paese, le polemiche per le nomine politiche e civili, gli scontri a volte aggressivi tra privati, le critiche della gente comune all apolitica, le battaglie per l’appropriazione di una canonica e così via? Come non commuoversi di fronte al racconto della crudele strage di Bosco, come punizione per i moti cilentani del 1828? Come non vibrare di curiosità quando si apre una finestra sulla presenza e sulle storie drammatiche, a San Mauro e nel territorio, di quei briganti del Sud che forse briganti non erano, ma solo povera gente che combatteva contro quelle che riteneva insopportabili prepotenze? Come non intenerirsi a scoprire i meschini stipendi dei maestri agli albori della Pubblica Istruzione, che in mancanza di aule cominciavano in casa propria quel lento cammino che ha portato progressivamente a debellare la piaga dell’analfabetismo? E’ con questi piccoli passi che si è piano piano costruita la nuova Italia. Passi ben poco rumorosi a volte. Ma si sa, fa molto più rumore un albero che cade che una foresta che cresce.

Panorama Tirreno, ottobre 2014

La piccola gigantesca storia su cui viaggiano le nostre vite
Enrico Passaro
Non sarà certo pago il nostro Franco Romanelli, capo redattore di questo giornale: non è che pubblicando un libro sulla sua “Saint Moritz” abbia chiuso i conti con le origini. E’ stato un atto d’amore aver scritto “San Mauro la Bruca - Tra istituzioni, clero e briganti. San Nilo a San Nazario”. Così introduce il suo lavoro; ma conoscendolo, il fuoco dell’amore verso la sua terra, verso il suo e anche un po’ nostro Cilento, continuerà ad essere alimentato. Leggendo queste pagine i riflettori si concentrano su questo piccolo comune del basso Cilento e sulla sua frazione San Nazario, a pochi passi da Pisciotta e Palinuro da un lato, Cuccaro Vetere e Futani dall’altro e l’antico e affascinante borgo di San Severino. Un piccolo borgo adagiato sulle colline, da cui si lancia lo sguardo verso il verde dei monti e l’azzurro del mare di Palinuro.
Franco scrive e pubblica documenti relativi ad un periodo compreso tra la fine del XVIII secolo e il XIX. Sono pagine di vita e di storia, una storia non vissuta sui grandi campi di battaglia o nelle corti reali dell’epoca, ma che è stata partecipe, un po’ artefice ed un po’ vittima della grande storia italiana di quell’epoca. “Microstorie quotidiane” scrive Franco, “universi che ciascuno porta dentro di sé; essi aspettano soltanto di essere decifrati e disgelati al di sotto e al di là della patina del tempo e dell’abitudine”.
Partendo da dove, se non dalla piazza del paese, l’autore passa attraverso la corrispondenza di decurioni e sindaci con il Sotto Intendente di Vallo della Lucania e l’Intendente di Salerno e si concentra sulla vita dei personaggi più rappresentativi, tra cui il medico di casa reale borbonica Pietro de Cusatis e il suo zio Nicodemo, che partecipò alla guerra in Libia e Cirenaica e fu dato per morto con celebrazione di rito funebre, salvo poi tornare felicemente a casa e in famiglia. Con un omaggio a don Pasquale Allegro, parroco che ha trascorso 45 anni del Novecento a San Mauro esercitando  con amore e passione il suo sacerdozio e dando un impulso fondamentale alla voglia di conoscenza della storia locale, Franco ha ricordato la vita dei santi che qui hanno trascorso importanti momenti della loro vita, San Mauro Abate e San Nilo, ricostruendo le origini basiliane dell’abbazia di San Nazario. E, fra aneddoti, missive e documenti ufficiali, ha ricordato il fenomeno controverso del brigantaggio che anche qui si manifestò con vicende avventurose, un omicidio, arresti e processi.
Romanelli ricorda due frasi significative di Eugenio Scalfari; “Ciascuno di noi è un piccolo uomo che viaggia sulle spalle di un gigantesco passato. Il piccolo uomo vede sempre più lontano dei grandi che l’hanno preceduto e che lo sorreggono più in alto di loro”. Anche il libro di Franco fornisce il suo piccolo piano d’appoggio per sostenere la nostra visuale verso il futuro.

Panorama Tirreno, marzo 2015