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Ricordo di Patrizia Reso
Cara Patrizia, sei una vera combattente
e ti vogliamo bene
Sapeva sempre far convivere misericordia, pietà, umanità e professionalità
Francesco Romanelli
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“Ho parlato con Enrico, mi ha chiesto alcuni pezzi che vuole pubblicare per Panorama Tirreno. Ne ho fatti un paio, avevo pensato di farne un altro su Antonietta De Martino, ma mi sento stanca… fallo tu, mi raccomando!”. E’ il colloquio con Patrizia, l’ultimo, a mezzo filo, di circa una settimana fa. Quanto dolore!
Ci lascia una persona perbene, una giornalista senza peli sulla lingua. Nei suoi pezzi mai una frase superflua e fuori posto come nei suoi libri. Patrizia Reso, sapeva sempre far convivere misericordia, pietà, umanità e professionalità. Cosa non da poco ai giorni nostri. Una giornalista vera, e credetemi, questa non è retorica. Ma prima della giornalista, Patrizia era una mamma e una moglie straordinaria, sempre presente. 
E’ toccata alla figlia Donatella darmi la ferale notizia che ha sconvolto il sottoscritto ed anche l’associazione giornalisti Cava e Costa d’Amalfi “Lucio Barone” (nel sodalizio Patrizia era tesoriera e svolgeva il compito, inutile dirlo, con rigore e dedizione). Sì Donatella, la tua mamma era straordinaria e merita il ricordo di tutti noi dell’AssoBarone. Le volevamo tanto bene e costituiva un punto di riferimento del nostro team. Il presidente Emiliano Amato, colpito dal profondo dolore ha così ricordato di getto, con le lacrime agli occhi, la “nostra” Patrizia: “Donna libera, dall’alto spessore umano e culturale, che si è sempre battuta per i principi etici, la giustizia sociale, la difesa dei diritti delle donne, dell’informazione quale sorgente di democrazia”. 
Era un punto di riferimento perché Patrizia, o Pat come io ero solito chiamarla affettuosamente, costituiva sempre un punto di equilibrio. Grazie Patrizia per quello che hai fatto per la nostra associazione per tantissimi anni. Ogni iscritto, ma ritengo, tutte le persone che ti conoscevano (quanto è duro per il sottoscritto scrivere al passato!) sono addolorati e prostrati per questa fine che nessuno avrebbe mai immaginato così repentina. 
Patrizia amava la sua città, un amore sviscerato e senza confini. Come cozza il dolore di questi momenti con la gioia che tu sprizzavi, cara Patrizia, nel corso dell’ultimo conviviale svoltosi per la festività di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. I tuoi discorsi anche a tavola non erano mai banali. Una vera combattente, nel senso più buono del termine, che un male “vigliacco” ha rapito alla famiglia e a tutti noi. 
Cara Donatella, sicuramente il mio ricordo “non è il più bello del mondo” come tu desideravi, ma credimi, è stato scritto con il cuore e mentre le lacrime scendono copiose sul mio volto.

P.S. Cara Patrizia, ti voglio assicurare che il pezzo l’ho scritto.

Panorama Tirreno, marzo 2020