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storia
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Quando l’aquilotto artigliò
il diavolo e il “Meazza” intonò per la
“Real Cavese”: “Oje vita oje vita
mia”
Milan 1
Cavese 2
(primo tempo 1-1)
MILAN: Piotti, Icardi, Evani, Pasinato,
Tassotti, Baresi E, Cuoghi, (Incocciati dal 61’),
Battistini, Jordan, Verza (Romano ‘38), Serena. (12
Nuciari, 13 Benetti, 16 Damiani). All.: Castagner
CAVESE: Paleari, Gregorio, Pidone, Bitetto, Guida,
Guerini, Cupini, Piangerelli, Di Michele (Bilardi 88’),
Pavone, Tivelli (Puzone 84’). (12 Assante, 13 Magliocca,
15 Caffarelli). All.: Santin
Arbitro: Falzier di Treviso
Marcatori: Jordan al 23’, Tivelli al
26’, Di Michele al 55’. Ammoniti Guida, Jordan e
Icardi per gioco scorretto. Tivelli per comportamento non
regolamentare. Angoli 8-2 per il Milan (0-2 p.t.). Il
calciatore Verza è uscito a causa di uno strappo alla
coscia destra.
Note: Giornata fredda, cielo grigio.
Spettatori 40.000 circa dei quali 30.384 paganti (7.438
abbonati) per un incasso di 218.425.500. Larga rappresentanza
cavese (oltre 6.000 tifosi giunti dalla città campana,
dai centri del nord Italia, da Svizzera e Germania). Presente
in tribuna l’avvocato Sordillo, presidente della
Federcalcio.
Milano - In una giornata
padana dove pioggerellina e umidità si scambiano
effusioni, l’immenso stadio “Meazza” accoglie
una squadra di provincia ospite del grande Milan predestinato a
una fuga solitaria, a una marcia trionfale nel campionato
cadetto. Dopo il calcio d’inizio i rossoneri sono
convinti di sbrigare in fretta la “faccenda
Cavese”.
I primi venti minuti sono contrassegnati
da continui attacchi milanisti alla porta difesa da Paleari che
in più di una occasione è chiamato a intervenire.
È soprattutto Jordan a incutere i maggiori timori.
Santin ha schierato una Cavese molto “corta”,
sistemando Guida su Jordan, Gregorio sulla fascia destra pronto
a neutralizzare le discese di Evani, Pidone contro Serena. A
centrocampo Pavone si destreggia con eleganza e senza spreco di
energie, mentre il dinamismo è nei garretti di Guerini e
Cupini, cursori infaticabili e guastatori dell’asse
centrale rossonero, che ha in Battistini l’uomo di
maggior classe.
Gol e risposta
Il Milan passa al 22’. Discesa di
Pasinato sulla destra, cross al centro e il colpo di testa di
Verza viene respinto, ancora Verza di piede cerca di spingere
la sfera in rete, ma la palla si alza e Jordan colpisce di
testa spedendola alle spalle di Paleari. Sulla linea di porta
Piangerelli effettua una rovesciata agganciando al volo il
pallone.
L’arbitro è indeciso se la
sfera abbia oltrepassato o no la linea bianca, ma il
guardalinee corre verso il centrocampo e Falzier, nel dubbio,
convalida il punto ai potenti rossoneri. Uno a zero e palla al
centro. Sembra l’inizio di una débacle, ma pochi
minuti dopo, al 26’, Baresi libera male di tacco e subito
Pavone si impossessa della sfera smistando sulla sinistra per
Tivelli, che brucia Icardi sullo scatto Due tocchi al pallone e
parte una sventola di sinistro dai ventidue metri che stende
Piotti. Uno a uno. Un iceberg sembra calato sul settore degli
ultras rossoneri, dove è situata la famosa “Fossa
dei leoni” e i “Commandos”, proprio dietro la
porta di Piotti. Sugli spalti opposti esplode tra le migliaia
di tifosi della Cavese una Piedigrotta estemporanea. Gioia e
lacrime scoppiano insieme ai petardi. Si alzano i cori
meridionali. Si uniscono al canto anche baresi, napoletani,
cosentini e altra gente del Sud quando viene intonato
“Oje vita oje vita mia...”. Qualche incredulo si
convince del pareggio solo quando sul tabellone luminoso
compare il nome di Tivelli accanto a quello di Jordan. Per la
punta della Cavese si tratta del terzo gol inflitto al Milan.
Con la maglia del Foggia, due anni prima Tivelli aveva segnato
una doppietta al Diavolo. Più Costante di così...
Con rabbia il Milan si rilancia verso
Paleari. Dalle fasce piovono palloni per Jordan e Serena. In
più di un’occasione ci mette una
“pezza” l’estremo difensore della Cavese,
mentre Guida e Pidone lottano con i denti, cercando di
ostacolare il gioco aereo dei “watussi” rossoneri.
In due occasioni Serena sbaglia facili gol. Al 38’ esce
Verga per uno strappo alla coscia destra. Lo sostituisce Romano
. Si va al riposo sull’uno a uno.
L’intervallo
Le coronarie dei cavesi trovano un quarto
d’ora di sollievo. La tensione viene diluita dai
“Borghetti”, un intruglio imbevibile fuori dagli
stadi che però subito alimenta di nuovo, nei fumatori,
la voglia di una sigaretta. Alcuni tifosi storici come Gabriele
Papa detto “Pi-po-pì”, Mario Abate marco
“o Capajanca”, Matteo “o paganese” e
Sabato Trezza, ovvero “Lallino”, sono in
“coma”. Idem per Eduardo, mentre il giovanissimo
Adolfo Caldarese, detto “Caldes” - reduce dai
trionfi spagnoli del Mundial - regge bene l’emozione e si
conferma tifoso-leader degli anni Ottanta. Il ritorno delle
squadre sul terreno di gioco è salutato dal rullo dei
tamburi delle opposte tifoserie, che hanno avuto anche degli
alterchi e incontri ravvicinati di un certo tipo, ma San Siro
è grande ed è facile tenere lontana gente
disposta a certe discussioni. Per fortuna nessun incidente
degno di rilievo.
Intanto, né Castagner, né
Santin hanno operato sostituzioni. La Cavese è
più convinta dei propri mezzi, nonostante la forte
pressione rossonera che schiaccia gli ospiti nella loro area di
rigore; ma il Milan non costruisce palle-gol limpide.
Il miracolo
Al 55’ la svolta. Un’azione
d’attacco degli aquilotti fa pervenire la sfera sulla
fascia destra a Pavone, che trova uno sprint vincente su Baresi
e crossa da fondo campo un pallone millimetrato per la testa di
Di Michele, che surclassa Tassotti nello stacco e indirizza la
palla oltre le spalle di Piotti. Due a uno in favore della
Cavese. Miracolo a Milano, anche se il cielo resta plumbeo e il
sole non saluta il raddoppio degli aquilotti. Il gol di Tivelli
era stato un film distante centotrenta metri dai tifosi, quello
di Di Michele è un lampo che esplode a due passi dagli
striscioni metelliani. Restano da giocare trentacinque minuti,
lunghi come l’autostrada che congiunge il casello di Cava
a quello di Melegnano.
La gioia dei tifosi cavesi è
indescrivibile, qualcuno vuole uscire, temendo di non riuscire
a dominare la propria adrenalina, che colpisce senza riguardo
il muscolo cardiaco, nemmeno fosse puro estratto di
Eritroxilacee. Dalle tribune partono fischi rossoneri
all’indirizzo degli uomini di Castagner. Farsi battere da
una Cenerentola di serie B, dopo aver vinto tanti Scudetti,
Coppe dei Campioni e trofei intercontinentali è davvero
troppo. Castagner vede nero. Un Milan sconfitto dalla Cavese
può anche significare licenziamento in tronco. Al
61º fuori il deludente Cuoghi e al suo posto entra Incocciati,
un’altra punta che va a ingolfare il già affollato
reparto avanzato.
Il centrocampo rossonero cerca di
abbozzare trame decenti. Tre tiri dalla distanza non
impensieriscono Paleari. La Cavese tenta di uscire dalla
propria area, ma non è facile oltrepassare la muraglia
rossonera. Qualche pallone è spedito volutamente fuori.
Jordan si è innervosito e si rende protagonista di un
brutto fallo di reazione su Guida, che in maniera
“maschia” lo ha braccato dal primo istante di
gioco. Il trevigiano Falzier non se la sente di espellere
“the shark” e gli affibbia solo un cartellino
giallo. Giganteggia Bitetto. All’80º Baresi opera un
bel cross da destra. Assist di Serena per l’accorrente
Battistini, che stoppa di petto e spara un sinistro al volo. La
palla è alta sulla traversa. Il sogno intanto acquista i
contorni della realtà, anche se ci sono altri dieci
interminabili minuti. Dagli spalti l’incitamento dei
milanisti si affievolisce sino a scomparire, mentre quello a
sostegno degli aquilotti è ormai un coro senza fine. Si
soffre sulla panchina della Cavese. Santin brucia una
‘’multifilter’’ dopo l’altra e
all’84 richiama Tivelli e al suo posto introduce Puzone.
A Costante viene dedicato un minuto di tifo ad personam e il
baffuto bomber saluta e sorride. Lui la sua scommessa
l’ha già vinta, anche se mancano ancora 360
secondi. Attacca il Milan senza risultati. Qualche uscita palla
al piede di Guerini e Cupini, che bruciano le ultime energie a
loro disposizione, rompono l’assedio rossonero. Di nuovo
Santin richiama l’attenzione dell’arbitro:
sostituzione. Esce l’altro goleador Di Michele e al suo
posto entra Bilardo. È l’88º. La doppia
sostituzione ha ulteriormente sfilacciato l’arrembaggio
finale del Milan, che ormai sembra un pugile incapace di
organizzare un’uscita a testa alta dal ring. La grande
massa ha personalità, eleganza, incisività,
procede per inerzia. Gli aquilotti difendono con i denti il
risultato, ma l’area non diventa mai un Fort Apache. Poi
d’incanto, giunge il triplice fischio finale. Cavese
schierata a centrocampo e tifosi in delirio. Il Milan alla
spicciolata raggiunge gli spogliatoi. Santin in trionfo.
“Tutto il calcio minuto per minuto” commenta
l’impresa della Cavese, ma per coloro che vivono le
emozioni in diretta la radio è un orpello, la storia
scorre sotto i loro occhi, a due passi dalle targhe dorate che
ricordano che il Milan ha vinto Coppe in ogni angolo del globo
calcistico e la piacevole ebbrezza di poter dire, magari fra un
decennio: «Quel giorno c’ero anch’io».
Biagio Angrisani
La foto sopra ritrae la formazioni della
Cavese scesa in campo al Meazza nel campionato di B 1982-83.
Dalla sinistra in piedi: Pavone, Gregorio, Scarpa, Paleari,
Guida, Bitetto; accosciati: Puzone, Cupini, Piangerelli,
Guerini, Tivelli.
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