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attualità
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Vittime e orfani di una guerra… umanitaria!
Il dolore di Anna e Alina per la perdita di Massimiliano Randino a Kabul
Patrizia Reso
Di recente abbiamo toccato tutti con mano quanto si siano ridotte le distanze
nel mondo! Improvvisamente Kabul è piombata su Cava de’ Tirreni, con tutto il suo dolore e il suo sangue. In Afghanistan ha cessato di
vivere Massimiliano.
Il dolore di Anna, di Alina è il dolore che può devastare l’animo di qualsiasi donna, oggi anche di Cava.
Quanti di noi possono ricordare Massimiliano passeggiare sotto i portici oppure
destreggiarsi con la bandiera prima che imparasse ad impugnare il fucile e si
muovesse con circospezione per le strade polverose afgane!
Quanti di noi conoscono, hanno conosciuto, frequentano, hanno frequentato, Anna
o Alina! Quante donne di Cava hanno mariti o figli nell’Esercito, nei Carabinieri, nella Marina...
E non sono mercenari, come qualcuno osa ancora pensare, sono semplicemente
uomini o donne che si arruolano, in stragrande maggioranza, per sfuggire alla
disoccupazione, al non fare nulla; per non diventare prede della camorra e dei guadagni facili; per avere un ruolo
che la nostra società non concede.
Donne che piangono i loro uomini... Uomini che non appartengono più alla famiglia, uomini che appartengono all’arma. Anche i loro corpi avvolti dal tricolore sono prima dello Stato, poi della Città, poi dei media, infine della famiglia.
Donne che piangono i loro uomini anche in queste terre alla mercè di fanatismi ed esaltazioni finalizzati alla gestione del potere di pochi...
Com’è parso anacronistico il manifesto di cordoglio intestato all’Associazione Nazionale Reduci e Caduti di guerra, oppure pensare che oggi Martin
e Simone appartengono ad una categoria protetta, orfani di guerra, eppure sono
enti e categorie che hanno ancora ragione d’esistere dato che ci siamo presi in giro con le parole: guerra umanitaria.
La stessa parola guerra non implica nessuna umanità e se è vero, come è vero date le testimonianze, che i nostri soldati aiutano e proteggono le
popolazioni vessate, è anche vero che nel momento in cui partono hanno la consapevolezza di recarsi in
posti dove la vita è paragonata ad una quantità di tritolo e dove possono solo sparare in casi di estrema difesa, pur intuendo
un pericolo imminente.
Non credo che parole e solidarietà possano restituire quanto le scelte scellerate dell’uomo hanno brutalmente strappato, ma Anna e Alina sappiano, e con loro tutte le
donne che non hanno più lacrime da piangere, che non si può rimanere per sempre indifferenti.
Panorama Tirreno, ottobre 2009
Il cordoglio della città
Questa è la dichiarazione del sindaco di Cava Luigi Gravagnuolo per la morte del Primo
Caporal Maggiore Massimiliano Randino: «Piangiamo un uomo, un Cavese, impegnato a difendere la Patria, che ha dato la
vita per ristabilire valori di pace e di libertà. Un vile attentato che lascia increduli e straziati, ma il coraggio costante
dei militari impegnati nei diversi fronti all’estero, quell’alto senso di civiltà difeso con le unghie e con i denti dai nostri figli, ci dona la speranza nel
domani. Sono profondamente vicino alla famiglia del Sergente Maggiore
Massimiliano Randini, la Città di Cava de’ Tirreni tutta, si stringe attorno a loro».
Nella circostanza è stato proclamato il lutto cittadino il 23 settembre, giorno della cerimonia
funebre nella chiesa di San Francesco.
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