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storia
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Ricordo di Eraldo Petrillo “ ’O Comandante”
Enrico Passaro
Arrivò a Cava da Montecorvino Rovella, giovane ufficiale che vinse a sorpresa un
concorso destinato ad altro atteso vincitore, che avrebbe dovuto essere un
cavese. Per lungo tempo non gli fu perdonata questa intromissione negli affari
cittadini: un “forestiero” che veniva ad occupare un posto dirigenziale al Comune di Cava. Riflessione: ci
lamentiamo oggi dell’ostilità diffusa verso gli stranieri, i forestieri; 50 anni fa era forestiero anche uno
che veniva da Montecorvino!
Alcuni testimoni ci raccontano che al suo arrivo pose rapidamente termine ad
alcune diffuse “usanze” poco professionali e poco “urbane” del vecchio corpo dei vigili, provvedendo lentamente a plasmare le nuove
generazioni secondo un modello di alta professionalità e competenza. Presidio delle strade e delle frazioni, viabilità, rispetto del codice e dei regolamenti, Cava si riconobbe come “Piccola Svizzera” anche grazie alla sua attenzione e capacità di interpretazione e applicazione di norme e procedure. Fu un apprezzato
rappresentante sindacale nazionale della categoria, collega e amico del
generale Francesco Andreotti, fratello di Giulio e storico comandante dei
vigili urbani di Roma. Con lui partecipò alla fondazione dell’Associazione nazionale tra Comandanti ed Ufficiali di Polizia Municipale.
Il suo “esercito” cittadino gli regalò stima incondizionata e gli fu sempre fedele e riconoscente per le “pillole di saggezza” che continuamente inculcava loro, come ha ricordato commosso un ufficiale del
corpo nell’orazione funebre. Dopo il pensionamento, ha continuato ad insegnare ai giovani
candidati nei concorsi, sempre lucido, sempre aggiornato, sempre sagace.
Spiace dirlo, ma da quando ha lasciato il lavoro è stato sempre ricordato con rimpianto e nessun suo sostituto, sebbene competente
e capace, è riuscito a farlo dimenticare. Un vuoto incolmabile, si dice di solito in questi
casi, e così è stato davvero. «Eh, quando c’era ’O Comandante!», è una frase ripetuta spesso sotto i portici di Cava.
Eraldo Petrillo è un esempio, una di quelle figure di una Cava che non c’è più e che ci spinge a riflettere sulla necessità per questa città di ritrovare e valorizzare competenze vere, importanti; personalità di dimensione elevata che ci tirino fuori dalla mediocrità, dall’approssimazione e dall’improvvisazione di questi tempi, per ritrovare orgoglio ed ambizioni, idee e
nuove prospettive, progetti e capacità di realizzarli.
Panorama Tirreno, 22 febbraio 2018
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