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attualità
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La Giustizia a Cava affoga negli arretrati
Servono altri magistrati per smaltire
l’eccezionale carico di lavoro
Francesco Romanelli
Il convegno è stato anche
l’occasione per presentare la nuova “squadra”
(così l’ ha definita l’avvocato Artemio
Baldi) dei magistrati in forza al tribunale cavese: Maria
Concetta Criscuolo (giudice togato) dirigente della sezione, i
giudici onorari Pasqualina Caiazzo (penale), Luciana Barela
(civile), Salvatore Salamone (civile) ed i giudici di pace
Guglielmo De Antonellis e Marcella Pellegrino. «Con
l’organico al completo - afferma Artemio Baldi - gli
oltre 250 avvocati cavesi potranno esplicare nel modo migliore
la loro attività per l’applicazione di un nuovo
modello di giustizia. Oggi ci rendiamo conto che la
soppressione di questa sezione del tribunale di Salerno
più volte ventilata sarebbe stata un grave errore. I
problemi non si risolvono con gli accorpamenti e le
soppressioni. Noi abbiamo sempre creduto nel decentramento
della giustizia. Una sezione di un tribunale presente sul
territorio evidenzia come non mai la presenza dello
Stato».
Molto articolato l’intervento
della dirigente della sezione cavese Maria Concetta Criscuolo,
unico giudice togato, critica in particolar modo sul progetto
di legge inerente la riforma della giustizia. «La nostra
città non è un concetto avulso dal panorama
nazionale - ha affermato - non può esserci un nuovo
modello di giustizia se non siamo capaci di vedere
all’orizzonte l’obiettivo cui miriamo ed i principi
di riferimento. L’autonomia della magistratura è
uno strumento di garanzia. Se noi vogliamo veramente un
processo giusto a me pare che stiamo andando verso un tipo di
magistratura molto burocratizzata dove il pubblico ministero
è più poliziotto e meno giudice».
La mole di lavoro del tribunale cavese
è notevole. La situazione non è certamente
delle migliori. Ma come venirne fuori? La dottoressa Criscuolo
identifica una soluzione. «E’ importante –
continua - creare fluidità tra la sede centrale
(Salerno) e le sezioni distaccate». Il che vuol dire
assegnare qualche altro magistrato togato alle sezioni
periferiche per permettere la divisione dell’eccezionale
carico di lavoro. «Non bisogna dimenticare - conclude la
Criscuolo - che dai problemi organizzativi dipende
l’applicazione della giustizia».
L’avvocato Antonio Marotta,
componente del Consiglio Superiore della Magistratura ha posto
particolarmente l’attenzione sul ruolo dei giudici
onorari che «svolgono un ruolo importante
nell’applicazione della legge, dei quali non si
può fare certamente a meno». E’ importante
però, secondo il componente laico del CSM, procedere ad
una «selezione delle loro professionalità. Per
questa categoria di operatori della giustizia c’è
bisogno di una diversa qualificazione».
Secondo Roberto Manzione, avvocato e
senatore della Margherita, che si è sempre battuto per
la non soppressioni delle sezioni periferiche dei tribunali
ritenendoli fucina “per la crescita professionale degli
avvocati”, per risolvere le varie problematiche della
giustizia c’è bisogno di fondi: «le
previsioni non sono certamente rosee».
Telegrafico nel suo intervento il
presidente dell’ordine degli avvocati di Salerno Amerigo
Montera. Ha invitato tutti i magistrati ad «abbandonare
le poltrone che occupano nei vari ministeri e a tornare ad
indossare la toga. Anche così si fa un buon servizio
alla giustizia».
Panorama Tirreno, maggio 2005
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