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Panorama oltre il Tirreno
Ise-Shima, tradizione giapponese
e la spiritualità di un tempio scintoista
Equilibrio e rispetto per la natura, il miracolo delle perle coltivate e intorno a una buona tavola il piacere di parlare di… Cava e Costiera Amalfitana
Enrico Passaro
Non ci arrivi facilmente da quelle parti. Il viaggio è ben lungo. Fai in tempo a conoscere il sistema di trasporti su rotaie del Giappone: dall’aeroporto alla stazione centrale di Tokio; poi, dopo un non breve attraversamento della fitta rete di corridoi, scale mobili e aree commerciali imbocchi il binario giusto dell’immenso terminal ferroviario, direzione Nagoya, quarta città del Paese con “soli” 2 milioni e 200mila abitanti. Circa 4 ore di viaggio, poi cambio per Ise, nella prefettura di Mie, e ancora altre 2 ore abbondanti di treno. Alla fine sarai un po’ stancuccio, ma la visita al grande santuario di Jingu è una di quelle escursioni che vale la pena di compiere.
Ise-Jingu è il massimo tempio dello shintoismo ed è situato all’interno di uno splendido parco nazionale. Alberi spettacolari, l’affascinante torrente Isuzu che l’attraversa, ponti in legno e all’interno, sparsi qua e là i simboli della religione scintoista.
E’ d’obbligo, prima di accedere alle porte del tempio, il rito della purificazione. In apposite grandi vasche il visitatore raccoglie con un mestolo l’acqua cristallina di sorgente che scorre ed esegue le abluzioni, bagnandosi le mani e la bocca. A questo punto si può accedere devotamente all’ingesso del tempio, ma da turista non si può far altro che guardarlo dall’esterno, restando dietro le recinzioni lignee. Per informazione, l’interno custodisce il Sacro Specchio raffigurante Amaterasu Omikami, la dea del Sole da cui discendono tutte le cose, considerata antenata diretta della famiglia imperiale giapponese.
Lo scintoismo è la religione più antica e tradizionale del Giappone. E’ base fondante della sua storia moderna e, da religione di Stato per quasi un secolo, è stato usato per alimentare l’imperialismo e il patriottismo locali fino alla disastro della seconda guerra mondiale. In esso trovò collocazione la pretesa dell’origine divina dell’imperatore. Dopo le distruzioni del 1945 si verificò la separazione definitiva fra Stato e chiesa scintoista, in base alla quale l’imperatore, bontà sua, rinunciò al suo stato di divinità terrena.
I fedeli contemporanei hanno abbandonato l’idea della totale dedizione e devozione nei confronti dell’imperatore e la pericolosa pretesa di un Giappone guida del mondo. Sono riaffiorate più miti aspirazioni mistiche e ambizioni sociali e caritatevoli nel rispetto degli antenati e degli dei, alla ricerca di una vita semplice ed in armonia con la natura e le persone. Le visite al tempio servono per cercare  protezione sulla propria famiglia e sulle fasi importanti della vita. In occasione della mia visita ho assistito a due genitori che accompagnavano la propria figlia prossima ad esami scolastici dinanzi a un sacerdote. Dopo l’esecuzione all’esterno di alcune pratiche purificatorie, li conduceva all’interno per il completamento del rito.
Il moderno scintoismo vuole ricercare la piena armonia con la natura e questo posto immerso nel meraviglioso parco certamente rappresenta il senso di questa ricerca.
* * *
A una mezz’oretta da Ise, si arriva a Mikimoto Pearl Island, una gioia per tutte le donne ma un bello spettacolo anche per gli uomini. Siamo nella baia di Toba su un’isoletta dedicata a Mikimoto Kokichi, che alla fine dell’Ottocento aprì un negozio di perle, avviando un’attività molto fiorente. Sull’isoletta c’è un museo delle perle che è straordinario e qui spiegano come nasce la perla coltivata. Naturalmente servono le ostriche, che vengono inseminate con delle palline di materiale plastico e lasciate per un paio d’anni immerse nell’acqua del mare in allevamenti molto simili a quelli delle cozze nostrane. Il tempo necessario per consentire alla madreperla prodotta dalle ostriche di rivestire le palline e la perla è pronta. Una meraviglia, di diverse dimensioni e diverse colorazioni. La visita del museo è abbagliante nel suo splendore e corredata dalle dimostrazioni in mare (in tutte le stagioni, temperature e condizioni climatiche) della raccolta delle ostriche ad opera di donne allenate ad immergersi indossando tute non certo isolate termicamente e con i piedi di fuori. Un brivido di freddo ti attraversa!
E infine: non vogliamo parlare del cibo? Mangiare giapponese provoca reazioni contrastanti tra chi è aperto al cibo esotico e chi invece non si discosta da un buon piatto di pasta nostrana. In mezzo c’è chi non rinuncia a vivere un’esperienza diversa, seppure con un pizzico di tensione. Ebbene, potrà anche non piacere il gusto del pesce crudo, ma quando la cucina è di qualità si è ben pronti a ricredersi. E allora va bene il popolarissimo sushi e anche il sashimi, anche se la verde pasta di wasabi piccante proprio non va giù. Ma soprattutto è un piacere per il palato il manzo di kobe sulla piastra, una vera e propria prelibatezza ottenuta da una razza bovina preziosissima, mucche allevate secondo regole  rigidissime e preservate vergini.  E non parliamo dei delicatissimi fritti di carne e di pesce in salsa di soia.
Non c’è che dire, ritrovarsi intorno ad una tavola, nostrana o orientale, è sempre una bella occasione di incontro e di condivisione. Quando poi si comincia a fraternizzare, è bello scoprire che gli ambienti a noi cari e familiari, come la Costiera Amalfitana, sono oggetto di ammirazione anche per i nostri interlocutori orientali, che ne conoscono bene il fascino, il cibo e le tradizioni, dal paesaggio ai limoni, dalle alici alla ceramica. E allora, si prende il coraggio anche per accennare alla nostra Cava de’ Tirreni a 10mila chilometri di distanza, ai portici, alla Badia, all’equilibrio fra mare e monti e tutto quanto di bello siamo capaci di raccontare sulla valle metelliana.
Arrivederci Giappone, se nei prossimi mesi vedremo circolare qualche volto orientale per le strade di Cava, ci verrà da pensare che forse l’enfasi delle nostre descrizioni appassionate avranno ottenuto alcuni pochi nuovi turisti conquistati tra i fumi di un buon sakè intorno a una bassa tavola nipponica.

Panorama Tirreno, febbraio 2017
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Dall’alto in basso alcune immagini di Ise-Shima:
- una donna in abito tradizionale giapponese;
- panorama di Ise;
- una piccola scultura completamente rivestita di perle coltivate, nel museo delle perle di Mikimoto Pearl Island;
- una delle grandi vasche a Ise-Jingu, in cui il visitatore esegue le abluzioni;
- l’ingresso di un tempio scintoista di Ise-Jingu
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