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cultura & società
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Lettera aperta di un cavese a Roberto Saviano
“L’espatrio non è fuga, anzi...”
Riportiamo la lettera aperta a Roberto Saviano scritta
Dalla pubblicazione di questa lettera potrebbe nascere un dibattito sull’argomento che naturalmente potrà trovare spazio anche sul nostro giornale.
Caro Roberto,
Ho appreso della tua volontà di espatriare con tristezza. Ma sappi che la approvo e la capisco.
Mi attrista come la Camorra abbia trasformato, geneticamente modificato,
alterato la tua sfera privata. Al tempo stesso mi sento di dirti che approvo e
capisco la tua scelta perché anche tu hai diritto a vivere la tua vita di ventottenne (abbiamo la stessa età). Ma attenzione. Emigrare, espatriarsi, in un paese come l’Italia, provenendo da una terra come la Campania, non equivale a gettare la
spugna. Ha forse gettato la spugna Charles De Gaulle quando decise di lasciare
la Francia di Vichy ed organizzare la resistenza dall’Inghilterra con Radio Londra?
A un livello infinitamente più basso della tua lotta etica e della battaglia storica di De Gaulle, hanno forse
deciso di gettare la spugna i due milioni di giovani italiani under 35 che
vivono all’estero?
Certo che no. Emigrando, non sono fuggiti. Hanno – abbiamo – compiuto un gesto, inconsapevole, di protesta contro il muro di gomma del
Belpaese. Lasciando il paese della raccomandazione, della gerontocrazia, della
politicizzazione della sanità e dell’università, della criminalità organizzata radicata – come ci insegni – nel tessuto sociale ed economico, prima ancora che emergenza giudiziaria. Ma
che gli artefici di questa Italia non si preoccupino. Grazie a Internet e alle
nuove tecnologie, non siamo partiti del tutto. Ed è questa la forza dirompente di noi, nuovi migranti che migranti non siamo, di
noi figli della prima eurogeneration.
L’Italia, la fissiamo con distacco. Dall’esterno – sai, Roberto – è ancora più bella e più ingiusta, stracolma di potenzialità e frustrata.
Ma l’espatrio, oggi, non equivale ad addio. Non ci sono più i transatlantici e i fazzoletti agitati dei nostri avi mai più tornati. Oggi si parte per essere più presenti.
Ecco, il mio augurio è questo: che, lontano dalla tortura quotidiana della paura, potrai utilizzare la
forza di Internet per intelaiare una conversazione con i tuoi lettori, con il
tuo paese, con la tua terra. Che tu possa trovare sul Web – e sai che cafebabel.com con i babelblog è a tua umile disposizione – quello spazio reale di espressione. Per far sentire la tua voce. Ancora di più. Perché finalmente libero.
Con affetto, stamm’ ‘bbuono.
Adriano Farano
Panorama Tirreno, novembre 2008
La lettera aperta e il profilo di Adriano Farano sono sul sito di Cafebabel (www.cafebabel.com). Chi vuole può partecipare al dibattito sul blog di Adriano Farano o scrivere a Panorama Tirreno.
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