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editoriale
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Per un turismo fatto di iniziative concrete
Enrico Passaro
Avete fatto caso che nel generale clima di pessimismo che imperversa a tutti i
livelli non si riesce a trovare il modo di ragionare in positivo su nessun
argomento? Per un Paese vecchio, governato da gente vecchia ed in cui anche i
vecchi non godono più delle certezze per cui si sono sacrificati per tutta la vita, è ben triste non riuscire a trovare stimoli o speranze o un obiettivo per cui
combattere. Su Cava, in particolare, sul suo declino, sui molti fallimenti e
sulla mancanza di prospettive concrete per i suoi giovani si è già detto e ridetto: i portici sono pieni di queste amare chiacchiere. E allora?
Continuiamo il pianto greco? No, ragioniamo per una volta in positivo,
guardiamo a qualcosa di buono, di costruttivo, come un mio affettuoso parente e
lettore mi consiglia di fare da tempo. Avrete capito quindi che questa volta
non parleremo dell’amministrazione comunale! Dobbiamo guardare oggi ad una best practice, ad una
iniziativa che ha in sé tutte le caratteristiche di un sano progetto di sviluppo che può dare buoni risultati.
Il fatto è questo: un gruppo di imprenditori ha dato vita a una società di servizi per eventi e per promuovere l’offerta turistica, avendo cura di contattare i tour operator, di preoccuparsi
della logistica, dell’accoglienza, delle guide, dell’interpretariato, della disponibilità di sale, degli allestimenti e delle attrezzature, dell’ospitalità alberghiera e del ristoro, oltre che dei rapporti con la stampa e della
comunicazione in genere.
Un gruppo che opera a “Trecentosessantagradi”, come il nome che si è dato. La motivazione non sembra essere puramente commerciale. I suoi componenti
dichiarano di non ricavarne utili diretti e personali. E con altrettanto vigore
sostengono che non riescono più a sopportare l’immagine dimessa della città e il suo atteggiamento rinunciatario a ogni forma di apertura verso l’esterno e al rilancio della sua credibilità; hanno deciso di rimboccarsi le maniche e di offrire un impegno reale per
incentivare il turismo e assicurare un’offerta concreta e professionale dal punto di vista organizzativo a quanti,
specialmente nell’ambito congressuale, possano sentirsi motivati ad avvicinarsi alla città metelliana. Mettono a disposizione la loro professionalità e l’esperienza nei rispettivi settori. Ci mettono passione e impegno. Dichiarano di
rifiutare ogni forma di intrusione politica, in modo da poter operare
liberamente. Dentro ci sono albergatori, operatori culturali, operatori della
comunicazione, commercianti, ristoratori.
Nei primi mesi di attività hanno mobilitato tour operator nazionali e internazionali. Hanno creato domanda
turistica ed hanno cercato di coordinare e razionalizzare l’offerta. Hanno messo sul piatto della bilancia quello che di buono Cava de’ Tirreni può offrire: l’Abbazia Benedettina, i portici, l’offerta commerciale, l’ospitalità, la buona gastronomia, l’artigianato, il folclore, la competitività dei costi, l’ideale posizione logistica per far conoscere agevolmente il meglio del
territorio campano. Ma l’aspetto che più ci piace sottolineare è l’atteggiamento di non chiusura verso l’esterno, la ricerca di sinergie, la consapevolezza che Cava può crescere solo se contribuisce alla crescita del resto del territorio
provinciale. C’è una verità lapalissiana che ancora non è entrata nel cuore e nelle menti di tanti cavesi: la città metelliana non può svilupparsi a scapito di Salerno o del resto del territorio. Non possiamo
chiedere ai potenziali turisti di scegliere Cava e solo Cava, guardandosi bene,
(per carità!) dal gettare un occhio sugli odiati vicini. Al contrario, Cava deve essere
porta di accesso alla vicina Salerno e alla Costiera, deve cercare sinergie,
proporsi come satellite al servizio del capoluogo, trovando il modo di far
notare che, perbacco, anche noi abbiamo qualcosa da mostrare, qualcosa da
offrire e da valorizzare.
Questo stanno pensando i soci di Trecentosessanta gradi e cercheranno di
concretizzarlo anche in un’offerta natalizia, che preveda parcheggi agevolati, navette e passaggi treno per
visitare le “Luci d’artista” di Salerno, insieme a shopping nel borgo di Cava e degustazioni nei migliori
ristoranti della città, con offerte competitive per il pernottamento e itinerari culturali e
paesaggistici.
E’ un modo intelligente di lavorare per una progressiva crescita turistica della
città, senza demagogiche pretese e aspettative spropositate, senza le parole vuote
della politica e le illusioni degli incantatori di serpenti. Loro ci credono, s’impegnano e investono; molti, i ciechi, i presuntuosi e i demagoghi, neanche se
ne saranno accorti. Ma c’è del buono in tutto questo, c’è una speranza e ci sono piccoli mattoni che si sovrappongo per cercare di
costruire qualcosa di solido per il turismo, per ora un piccolo, vero turismo a
Cava.
Panorama Tirreno, novembre 2012
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