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editoriale
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Quant’è brutta piazza S. Francesco!
Enrico Passaro
Sì, perché da vent’anni in ogni città e in ogni villaggio d’Italia la preoccupazione principale del bravo sindaco è quella di creare nuovi parcheggi.
È un bel bilancio che si può presentare a fine mandato ai propri elettori: “io ho creato 2.000 nuovi posti auto”, “io 5.000”, “io solo 1.000, ma in un comune di 1.200 abitanti e se mi rieleggete vi prometto
che risolverò il problema degli altri 200”. Ogni abitante un posto macchina, la fame di parcheggi è insaziabile! Si arriverà a sventrare interi quartieri per stendere un bel manto d’asfalto e tracciare le strisce blu (sono sempre più rare quelle bianche) che delimitano gli spazi per le automobili in sosta.
Ora, il favore che vogliamo chiedere al sindaco non ha niente a che fare con la
gestione dei parcheggi, per carità, quella è zona ad alta tensione e chi tocca i fili muore! Né si riferisce all’aumento delle tariffe che il povero automobilista, che non può fare a meno di prendere la macchina per i suoi soliti ottocento metri
quotidiani, è costretto a subire. Né tantomeno pretende di risolvere il problema delle auto parcheggiate in doppia
fila o sulle strisce, perché il primo che ci riuscirà in Italia sarà proposto per il premio Nobel.
Quello che voglio chiedergli e di chiudere il parcheggio di Piazza San
Francesco. Chiuderlo, sopprimerlo, eliminarlo! Mi si dirà: ma siamo pazzi? Rinunciamo così, a cuor leggero a 100/120 posti auto? Sai l’impopolarità, sai le proteste dei commercianti e dei ristoratori del Borgo Scacciaventi!
E allora, fermi tutti, posiamo le armi e cerchiamo di ragionare con calma.
Ricordate Piazza San Francesco negli anno 70, quando Enrico Salsano, presidente
dell’Azienda di Soggiorno, riuscì a recuperarla dal degrado? Ristrutturò l’antica fontana ricavata dai resti di una fonte precedente al terremoto del 1694,
la pose al centro della piazza e la rese funzionante, circondata da una bella
aiuola fiorita; vi collocò una colonna del 600 con capitello corinzio terminante con una croce, in un’ottima posizione prospettica con la chiesa, e un’altra bella aiuola fiorita; dispose diverse panchine, rivitalizzò le altre aiuole perimetrali, ripristinò i vialetti e ripulì il giardino pubblico verso l’ospedale. Una bellezza! Il miglior biglietto da visita per il viandante che
dalla vicina Salerno e dalla Costiera Amalfitana, risalendo la statale 18,
allargava lo sguardo all’ingresso della città metelliana, per dirla più o meno come la descriverebbe una brochure turistica. A condizione che quella
vista non fosse minimamente turbata dalla presenza di una scatoletta metallica
a quattro ruote. L’equilibrio ambientale e architettonico era pressoché perfetto e, si pensava, nessuno avrebbe osato turbarlo. Ma al Comune erano
furbi e anche un po’ crudeli nella loro perversione. I primi inesorabili attentati arrivarono dall’autorizzazione alla sistemazione delle giostre in occasione della festa della
Madonna dell’Olmo. “Ma c’è l’antica fontana e la colonna del 600! E le povere aiuole?” Spiacenti, i giostranti pagano bene e se la fontana crea intralcio all’autoscontro, allora peggio per lei!
Praticamente andò avanti così per qualche anno, puntualmente ad ogni festa patronale, finché, laddove non potette l’esigenza di salvaguardia storica e architettonica, riuscirono i timpani offesi
dei poveri residenti, che una volta per tutte ottennero l’allontanamento degli infernali macchinari da divertimento. Da quel momento i
timpani in sofferenza divennero quelli dei residenti di Piazza Lentini.
Ma ormai quella che era stata una piazza bella e affascinante era duramente
fiaccata e nessuno riuscì più ad opporsi alla creazione del fatidico parcheggio. “Ma per carità - si disse - solo provvisoriamente. Giusto il tempo di realizzare il trincerone
e tutto tornerà come prima…”
Sindaco, ora il trincerone in buona parte è stato realizzato, in aggiunta c’è un altro bel parcheggio verso Tolomei, addirittura a fianco al palazzo
comunale, al posto della piscina, c’è un parcheggio. È proprio necessario continuare ad ammucchiare auto nello spazio antistante San
Francesco e Santa Maria del Rifugio? Perché non prova a far fare due conti ai suoi tecnici? Vedrà che forse si potrà rinunciare a quel centinaio di posti auto senza che gli automobilisti si
impicchino ad un filare di platani.
Quella piazza, così com’è, è proprio brutta… brutta assai! Perché sono brutte le macchine, simbolo di questa nostra civiltà, e dove ci sono macchine e brutto il colpo d’occhio e pessima l’aria che respiriamo. E poi, Lei per quella piazza dovrebbe avere qualche
interesse affettivo, o no?
Panorama Tirreno, novembre 2007
Letto su Repubblica.it
“Benvenuti a Cava de' Tirreni, ridente cittadina in provincia di Salerno. Di essa
vorrei salvare in particolare la meravigliosa Piazza San Francesco presso la
quale si apre l'antico Borgo degli Scacciaventi. Aveva un fascino particolare
grazie agli antichi portici dai quali si accede ed alle facciate dei palazzi
arricchiti da pregevoli stucchi e balconate in ferro battuto , opere di antichi
"mastri" e oggi... è destinata a parcheggio di auto”.
Luigi Buonocore
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