| ||||||||||||||||||||||
|
editoriale
| |||||||||||||||||||||
Due buone notizie per il futuro di Cava
Enrico Passaro
La prima ha un sapore post “Nuovo cinema Paradiso”. La chiusura di una sala cinematografica è un momento triste non solo per lo svago ma anche per la cultura di una città. Sono ancora una ferita per i meno giovani la scomparsa del Metelliano e del
Capitol, struggente ricordo di quando Cava godeva di ben quattro sale di prima
visione. La vista del rudere dell’ex Capitol tuttora è un’offesa agli occhi e alla dignità comune. Il timore che anche il Metropol potesse diventare ex ed espressione di
un degrado dilagante incombeva sui rassegnati cittadini. Poi l’iniziativa del buon Vaglia junior ha rasserenato tutti. Cava, nell’era delle multisale fuori città, ritrova la sua seconda sala in centro ed è festa per tutti. Non solo per uno spazio di svago riconquistato, ma perché il cinema è cultura, è specchio del nostro tempo, è consentire a tutti di stare al passo con questo tempo.
La promessa di Universiadi poi costituisce la
Due piccoli episodi che insieme hanno un grande significato: dopo anni di
dormitorio consolidato, avvegono due fatti che sembrano voler guardare al futuro. E’ questo il punto: dopo l’interminabile crisi la città sembrava fosse ripiegata sul suo passato e sui suoi malinconici rimpianti. La
riapertura di un cinema e la programmazione di un grande evento mediatico e
internazionale aprono le porte al futuro e sono un segnale di consapevolezza e
di speranza. Se una città non sa guardare al futuro e non riesce a sistemare nuovi mattoni per costruire
questo futuro, allora è senza speranza.
Panorama Tirreno, marzo 2017
| ||||||||||||||||||||||