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editoriale
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Ingorgo quotidiano
Enrico Passaro
La centralina per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, installata dall’Arpac e a spasso da qualche settimana nei punti cruciali della città, avrà senza dubbio un bel da fare. Se l’analisi per riscontrare il benzene e le polveri sottili venisse effettuata
direttamente sui nostri polmoni, ci sarebbero buoni motivi per allarmarsi. Non
c’è bisogno dei dati delle centraline per comprendere che il livello del traffico a
Cava de’ Tirreni è giunto a livelli abnormi: piazza De Marinis e Nazionale intasate; così pure via Veneto e corso Mazzini; via XXIV Maggio e via Biblioteca Avallone un’unica coda verso l’imbuto che porta a Piazza Municipio.
Ahimé, ci vediamo costretti a ritornare dopo pochi numeri sull’argomento del traffico, in una città che versa in una situazione paradossale. Le auto sono troppe, non c’è dubbio. Lo si riscontra anche dal parcheggio totale che non risparmia un solo
buco adiacente ai marciapiedi.
E il parcheggio selvaggio, associato alla situazione del traffico, dà vita a una miscela micidiale che riesce a rendere, oltre che invivibile dal
punto di vista dei rumori e degli equilibri ambientali, oltremodo antiestetico
il contesto. Ebbene sì, pare brutto dirlo, ma Cava è bruttissima in questa scenografia. È inguardabile, ad esempio, piazza San Francesco, spacciata come uno degli
scenari più belli della città… se non avesse giusto al centro quel mostruoso parcheggio. Degrado allo stato
puro! In passato non si è avuto il coraggio, o gli strumenti, per progettare la realizzazione di
parcheggi sotterranei ed oggi, nonostante il completamento del secondo lotto
del trincerone che avrebbe potuto far propendere per la “liberazione” della piazza, l’ammasso quotidiano di lamiere pare abbia preso definitivamente il possesso di
ogni spazio, da Palazzo Salsano al cosiddetto “complesso monumentale di S. Maria del Rifugio” (per la verità sembra tutto un unico monumento alla civiltà dell’automobile).
Ma torniamo al traffico. Dicevamo, le auto sono tante, ma sembrano quantomeno
cervellotiche certe decisioni sui sensi unici in alcuni punti della città. Su corso Mazzini, ad esempio, nei pressi del parco Beethoven. Sono
inspiegabili le motivazioni e deleteri gli effetti. È nostro dovere di cronisti registrare lo stato d’animo di pedoni e automobilisti: definirli “incazzati” è quasi un eufemismo. Si va dal “Ma a chi diavolo è venuto in mente di creare questo imbuto colossale da cui è impossibile uscire” (frase ovviamente epurata e civilizzata dal cronista) ad un più verace “Bisognerebbe sputare in faccia quello che ha avuto questa bella idea”.
i spiace, ma quando avremo modo di ascoltare espressioni più distensive e meno colorite, saremo lieti di riportarle ugualmente.
Il punto è che qualsiasi piano del traffico fornirà soltanto dei palliativi, risolvendo alcune situazioni, ma probabilmente
peggiorandone delle altre, proprio perché il numero di auto in circolazione è ben al di sopra dei limiti fisiologici della città. E allora crediamo che bisognerebbe investire anche su qualcos’altro. Ad esempio, su qualcosa che possa incidere sulle abitudini dei cittadini,
che riesca a modificarne comportamenti consolidati. Va bene la figura del
mobility manager, per organizzare gli spostamenti degli impiegati comunali nel
tratto casa-lavoro, al fine di incentivare l’uso del mezzo pubblico; ma andrebbe anche meglio una possente campagna di
comunicazione per rendere pienamente consapevole buona parte dei cavesi
residente al centro che, avendo la fortuna di abitare all’interno di un’area la cui diagonale dall’epitaffio all’ospedale misura circa tre chilometri, potrebbe e dovrebbe lasciare a casa l’automobile e camminare a piedi per la salute di tutti.
Oppure una campagna per lanciare l’uso della bicicletta. E allora si potrebbe progettare qualche pista ciclabile o
perlomeno delle zone di transito protetto per i ciclisti o prevedere qualche
rastrelliera per il parcheggio delle bici.
Ci rivolgiamo a questa amministrazione per proporre una incisiva campagna di
comunicazione perché la conosciamo sensibile all’utilizzo di questo strumento, visto l’incessante flusso giornaliero di comunicati con cui informa la stampa di ogni
sua azione. Una campagna di comunicazione è qualcosa di più e di più complesso di un comunicato stampa, ma siamo certi che nel tempo riuscirebbe a
produrre qualche buon risultato. Sicuramente migliore di qualche strampalata
decisione sui sensi unici che fa tanto arrabbiare le sventurate vittime degli
ingorghi quotidiani. E a proposito di comunicati, è fresca fresca la notizia che è in fase di definitiva elaborazione un “ambizioso progetto per mutare il volto della viabilità a nord di Cava” (così recita il testo), attraverso la realizzazione di uno spartitraffico, lungo il
tratto di Corso Mazzini che va dalla confluenza di Via Gaudio Maiori fino allo
sbocco su Via XXV Luglio, e di quattro rotatorie, per disciplinare la
circolazione dei mezzi. Il tutto per “conferire un volto nuovo alla porta nord della nostra città”. Che Dio ci assista!
Panorama Tirreno, maggio 2007
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