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editoriale
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Riflessioni sulla crisi del commercio cavese
Enrico Passaro
L’articolo esponeva le tendenze più recenti del marketing commerciale nel mondo, che mira ad attirare i potenziali
acquirenti all’interno di aree in cui viene creata un’ambientazione da centro-città europeo, con piazze, cinema, spettacoli, altre occasioni di intrattenimento e,
ovviamente, negozi, con l’obiettivo di far trascorrere ai visitatori quanto più tempo è possibile in assoluto relax e di invogliare la propensione agli acquisti. Per
far questo, l’investimento in apparati scenografici, animazione, iniziative culturali,
ricreative e sportive, coordinamento e pubblicità è davvero massiccio, ma il risultato è certamente profucuo per i negozianti che orbitano intorno ad imponenti macchine
organizzative.
L’immagine della “simil-fontana dei delfini” mi ha indotto a considerare che i commercianti del borgo cavese, se all’improvviso si scoprissero operatori moderni e intraprendenti, avrebbero la
fortuna di aver risolta sul nascere tutta la questione dell’allestimento scenografico. Non è roba da poco: il lungo e antico filare di portici, intervallato da piazze,
piazzette, portoni e vicoli, nonché
Intanto bisogna fare una severa considerazione di carattere storico: la scelta
antica e consolidata di tenere i supermercati lontani dal centro alla lunga si è rivelata un grave errore. L’intenzione era quella di proteggere il commercio cittadino dall’invadenza della grande distribuzione che avrebbe tolto - dicevano i commercianti
- grosse fette di mercato ai bottegai cavesi. Per questo motivo non si è visto per decenni a Cava l’ombra di una Standa o di una Upim per non parlare di ogni altra sorta di
supermercato alimentare.
Ora, a parte il fatto che per anni è venuto meno l’effetto calmierante sui prezzi generalmente assolto dai supermercati, l’esperienza di oggi dimostra che non si organizza nessun nuovo centro commerciale
se non viene dotato al suo interno almeno di un supermercato o, meglio ancora,
di un ipermercato, che fa da primo e forte richiamo per un numero massiccio di
consumatori. Risolto il problema della spesa, una volta dentro l’area commerciale, il visitatore non disdegna l’occhiata alle vetrine e l’acquisto di altri prodotti. La mancanza di supermercati e, ovviamente, di
parcheggi nel centro di Cava costituisce attualmente uno dei più grossi limiti dell’offerta commerciale. Ma non finisce qui. In una realtà cittadina così variegata ma omogenea, che vanta (o potrebbe vantare) un forte spirito di
associazionismo della categoria dei commercianti, un potenziale storico e di
tradizione notevole, una fertile presenza culturare, una vivace attività di ristorazione, un’intensa proposta di intrattenimento, l’obiettivo prospettato dal marketing contemporaneo, di indurre i visitatori ad
una “full immersion” nell’oblio del centro commerciale potrebbe essere facilmente raggiungibile.
Occorrerebbe la volontà di investire in maniera sistematica nell’offerta di un “pacchetto Cava de’ Tirreni” da proporre ai consumatori dell’intera regione, composto, oltre che dallo shopping, anche da spettacoli,
animazioni, degustazioni, mostre, concerti. Servono grossa capacità organizzativa, nuova managerialità e professionalità, risorse economiche, adeguati canali pubblicitari. A queste condizioni, c’è da esserne certi, una folla proveniente da tutta la Campania sarebbe ben lieta
di venire a risollevare lo stato sofferente del commercio cavese. Chi dovrebbe
guidare una simile operazione? Certo, a rigore il ruolo pubblico di un
assessorato al commercio all’altezza potrebbe garantire la necessaria imparzialità e visione d’insieme; ma in carenza di una volontà e capacità di svolgere un compito così complesso e propositivo, dovrebbero essere le stesse associazioni di categoria
a comprendere la necessità di riconvertirsi in una prospettiva più moderna e fortemente orientata al marketing.
Fine della lunga riflessione e precipitoso naufragio nella sconfortante realtà: qui stiamo ancora a discutere della chiusura al traffico del centro storico!
Panorama Tirreno, febbraio 2005
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La piazza con fontana del centro commerciale “Venus Fort” di Tokyo, in un’immagine pubblicata su Focus n. 147 di gennaio 2005. Sotto, la fontana di Piazza
Duomo a Cava
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