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cultura & società
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E se la vicenda di Pasolini fosse andata così?
Speranze e delusioni di un giovane con la passione di scrivere versi
con una ricostruzione romanzata della morte del poeta
Aldo Amabile
L’età del disonore
Dicembre 2008 • €13,00
Se dovessimo apprendere che un giudice ha riaperto le indagini sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini, sapremmo a chi attribuire la colpa (o il
merito). Aldo Amabile ha descritto nell’ultimo suo libro una versione (chiariamo: del tutto romanzata e fantasiosa) di
quello che accadde all’Idroscalo di Ostia nella notte tra l’1 e il 2 novembre 1975. Egli immagina che un giovane di quella “Vaca” già descritta in altri suoi libri, aspirante poeta, accumuli negli anni un
irrefrenabile rancore nei confronti del sommo Pier Paolo, a cui aveva
consegnato un quaderno di poesie per riceverne un giudizio nel lontano 1957,
ricevendo in cambio un invito a recarsi a Roma, nella sua casa di Pietralata.
Il distacco dall’ambiente delle sue origini per trasferirsi nella Capitale è accompagnato da speranze e illusioni circa un possibile aiuto per essere
iniziato a una inarrestabile carriera di poeta, ma così non avviene. Egli rimarrà per mesi nella casa del Pier Paolo senza mai ricevere da quest’ultimo un minimo giudizio sulla sua vocazione e talento. In compenso conoscerà molte delle corruzioni della Capitale, finendo in seri guai giudiziari, prima
di tornare deluso e amareggiato in quella “Vaca” giudicata inadeguata a contenere le sue ambizioni. Tornerà a Roma 17 anni dopo, ancora spinto da un inguaribile risentimento, per la
definitiva resa dei conti col poeta, intesa come estrema conseguenza di un
rapporto edipico con un padre crudele, nello stesso tempo “moloc dell’arte inaccessibile”, come la definisce lo stesso Amabile, che aggiunge: «In ciò sta il significato del titolo; il “disonore” è la consapevolezza di non poter competere con i Grandi che ci hanno preceduto».
Dopo un inizio un po’ zoppicante, in cui non si comprende appieno se e quanto abbia influito sulle
scelte del protagonista la tragica scomparsa del suo migliore amico nel mare di
Vietri, il libro si fa poi leggere tutto d’un fiato e presenta un diario abbastanza realistico di fatti e introspezioni che
riguardano il personaggio e che lo condurranno alla fallimentare esperienza
romana.
Lo spunto nasce, spiega Amabile, da un quaderno di poesie che lui realmente
consegnò nel 1959 a Pasolini in occasione della presentazione di “Una vita violenta” a Salerno. Poi, come sa chi ben conosce gli scritti di Amabile, la fantasia
dell’autore ha galoppato oltre, fino a realizzare questa piacevole opera che merita l’attenzione dei lettori.
Panorama Tirreno, marzo 2009
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