| |||||||||||||||||||
cultura & società
| |||||||||||||||||||
L’anticonformismo della prima donna regista
Patrizia Reso descrive in un libro la figura di Elvira Coda Notari, la pioniera
del cinema muto di origine cavese
Patrizia Reso
Elvira Coda Notari
Tracce metelliane di una pioniera del cinema
Terra del Sole Edizioni 2011
Pagine 67 • euro 10,00
Rita Taglé
Dalla Prefazione del libro
(…) Maria Elvira Giuseppa Coda, più nota come Elvira Notari, fu una delle poche, pochissime registe donne del
cinema muto, ma fu anche donna d’affari, infaticabile organizzatrice fin nei dettagli della sua attività, dai più geniali ai piu umili, capace di trasformarsi in attrice e in cuoca per tutta la
troupe, di individuare testi da tradurre in soggetti per i suoi film e di
tenere la contabilità di un’azienda. E, pur non essendo nata a Cava e avendo svolto la sua attivita altrove,
Elvira rimane legata a Cava, tanto da tornarvi quando, stanca e delusa per i
continui attacchi della censura fascista, e forse minata nella salute, cerchera
conforto e ristoro presso i suoi congiunti cavesi e qui la raggiungeranno il
marito e il figlio, spinti dagli eventi bellici.
Mentre la vita artistica della Notari è stata oggetto di studi interessanti e approfonditi, rimane finora in ombra il
suo legame con Cava. E restituire Elvira Coda Notari alla sua città è uno degli obiettivi che si pone Patrizia Reso in questo libro, non per un
malinteso senso di orgoglio campanilistico, ma perché la regista rappresenta per Cava una figura di eccezionale valore, dal punto di
vista storico, artistico e umano, ed è giusto, anzi doveroso, che sia ricordata dai suoi concittadini. Ma il lavoro di
Patrizia Reso non è volto solo ai Cavesi: ci presenta un ritratto di Elvira e della sua famiglia,
ci illustra la loro attività, svolta in un contesto ricco di fermenti culturali, ma mortificata da un senso
della morale corrente ipocrita e opprimente, oltre che da motivi ideologici e
politici. Vengono alla luce particolari poco noti o ancora inediti della loro
vita, e questo in uno stile giornalistico, che permette una lettura piana e
scorrevole, ma il lavoro è basato su una consultazione rigorosa e attenta delle fonti bibliografiche e
archivistiche.
La novità del libro sta proprio nelle “scoperte” archivistiche, tanti significativi tasselli della vita e dell’attività di Elvira e della sua famiglia recuperati attraverso una ricerca scrupolosa,
condotta presso vari archivi, da Bologna a Roma, Napoli, Salerno e, ovviamente,
principalmente presso l’Archivio Storico Comunale e l’Archivio Anagrafico di Cava de’ Tirreni (…)
Panorama Tirreno, ottobre 2011
| |||||||||||||||||||