Panorama oltre il Tirreno
Che metropoli moderna! Siamo a Pechino
Altro che antica cultura cinese, dei Ming e Qing è rimasto solo il ricordo nella “Città Proibita”... Per il resto, autostrade e grattacieli in una città di 20 milioni di abitanti
Enrico Passaro
Sì, lo so bene che è cambiato tutto, lo so che Pechino è la capitale moderna, avanzata e tecnologica di una delle maggior potenze
mondiali (forse la maggiore), ma nel mettere piede qui avevamo immaginato di
vedere gente in giro con gli antichi rishò o al massimo tutti in bicicletta, come le immagini del maoismo ci avevano
abituato. E invece, non senza un pizzico di delusione, verifichiamo che Pechino
è proprio una capitale come tante altre se ne vedono in giro in ogni parte del
mondo. Autostrade la attraversano (cinque raccordi anulari, nove autostrade e
undici superstrade nazionali), raccordi, grandi sopraelevate e auto, auto,
auto. Abbiamo avuto anche la buona sorte di vederlo questo paesaggio, puntando
l’occhio a un orizzonte discretamente distante, perché le condizioni atmosferiche ci hanno consentito di passare da quelle parti in
giornate con scarso inquinamento, solo 10 volte superiore alla nostra Milano
(ohibò!). Che fortuna! Nelle giornate peggiori è obbligatoria la mascherina, si sconsiglia la permanenza all’aperto e non vedi a cinque metri di distanza, perché una fitta nebbia di polveri sottili ti penetra e ti incupisce l’animo e i polmoni. Invece noi siamo quasi riusciti a vedere il sole o perlomeno a individuare una sfera
luminosa dietro a una coltre di nubi alte perennemente presenti. Va bene così, accontentiamoci!
A proposito di automobili, mi dicono alcuni residenti che gli incidenti sono
molto frequenti e di conseguenza i costi delle assicurazioni elevati. Perché? Perché tutto sommato sembrerebbe che questi cittadini siano piloti di scarsa esperienza, abituati fino a pochi anni fa ad andare a piedi o
in bicicletta (ecco che tornano gli stereotipi iniziali) ed oggi si ritrovano
con mezzi potentissimi e strade ampie che sollecitano alla corsa. Eppure a
vederli si direbbero tutti disciplinati e attenti a non violare il codice,
perché chissà a quali gravi sanzioni andrebbero incontro se fossero colti in difetto (altro
stereotipo?).
Comunque, quando attraversi centinaia di tappeti d’asfalto che dalla periferia spingono verso il centro al mattino, e viceversa di
sera, circa 20 milioni di persone, quando alzi gli occhi e sei circondato da
grattacieli e palazzotti di vetro, potresti trovarti a Pechino come a Los
Angeles o a Seul o a Tokio e allora fai fatica a cercare i punti di riferimento
che ti ricordano esattamente dove ti trovi. E il punto di riferimento per
antonomasia è qui Piazza Tienanmen, la sesta piazza pubblica del mondo. L’attraversi da nord a sud e percorri quasi un chilometro e su quel percorso ci
trovi il palazzo del potere cinese: lo Zhongnanhai, cioè la sede del Partito Comunista Cinese. Qui c’è anche la sede del Governo e all’interno dei suoi enormi saloni ci puoi trovare sia il Presidente della
Repubblica Popolare, che il Primo Ministro del Consiglio di Stato, che i più alti funzionari del partito. “Ci puoi trovare” si fa per dire, perché l’ingresso al palazzo è inibito ai cittadini, come al tempo delle dinastie Ming e Qing era inibito l’accesso alla Città Proibita a coloro che non appartenessero alla famiglia imperiale. La “Città Purpurea” venne definita “Proibita” proprio per questo motivo. Patrimonio dell’Umanità oggi, venne realizzata all’inizio del 1400 e al suo interno ti riconosci in Cina e a Pechino nell’ammirare la particolare architettura degli edifici e i tesori che custodiscono.
Si può accedere dalla stessa piazza Tienanmen passando dalla porta che espone il
ritratto di Mao Tze Tung e dalla successiva Porta Meridiana.
Volete mangiare buona cucina cinese a Pechino? E allora, senza porvi tanti
scrupoli, fatevi accompagnare nei quartieri più popolari. Proprio a ridosso della Città Proibita c’è un ristorante situato in un posto che, manco nei peggiori vicoli di Napoli. Se
riuscirete con disinvoltura ad introdurvi nei viottoli tra un locale e un
altro, tra biciclette abbandonate, contenitori di rifiuti, rivoli d’acqua scura e… volti non proprio raccomandabili, accederete ad uno dei migliori ristoranti
della città. Nessuna concessione al lusso, anzi, arredo decadente con enormi cucine a
vista. Se per una volta non farete tanto caso al portafoglio, vi abbandonerete
all’offerta delle prelibatezze che vi sfileranno davanti sul grande piatto ruotante
dove vengono poggiati i cibi. Il tutto accompagnato da ottimo vino, che servirà a far salire ulteriormente un conto finale già votato a cifre consistenti. Ma non vi preoccupate. Se vi pare che avranno
esagerato con le cifre c’è spazio per un’accesa trattativa che servirà ad abbassare le pretese. Proprio come in un vicolo di Napoli… Vi sentirete a casa vostra!
Panorama Tirreno, giugno 2017