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Cavese
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Cavese-Salernitana, il derby!
Breve storia delle sfide documentate tra le squadre di calcio di Cava de’ Tirreni e Salerno
Biagio Angrisani
L’Unione Sportiva Cavese e la U.S. Salernitana nascono nello stesso anno, nel
1919, sebbene in entrambe le città, già in epoca precedente si svolgessero attività sportive tra le quali il giuoco del calcio.
Prima di affrontarsi in campionato, Salernitana e Cavese disputarono alcune gare
amichevoli e la prima avvenne in campo neutro, a San Severino, il 30 maggio del
‘19 in occasione della Coppa della Marchese Imperiali. Finì 3-2 per la Cavese dopo che la Salernitana era andata in vantaggio per due a
zero. La successiva amichevole si giocò il 14 settembre del ‘19 in Piazza dei Martiri (Salerno) e fu arbitrata dal salernitano Matteo Schiavone.
Vittoria della Salernitana per sei a zero. Il 29 settembre a Cava, in Piazza
San Francesco, le due squadre si riaffrontarono. La partita fu sospesa per
oscurità sul risultato di 4-1 per la Salernitana, arbitrò il cavese Accarino. Un altro match amichevole (20-2-’20) giocato a Salerno, fu vinto dalla Salernitana 3-1 (arbitrò ancora il locale Schiavone che nel frattempo era diventato membro del Comitato
campano).
IN CAMPIONATO - Conclusa l’epoca pionieristica, Cavese e Salernitana si trovarono di fronte alla seconda
giornata nel campionato ‘23-24 di Prima Divisione nazionale (la serie A di allora) nel girone campano. La
formazione del capoluogo aveva nel frattempo preso la denominazione di
Salernitanaudax (per una fusione con una squadra cittadina) e scese in campo in
casacca bianco celeste (l’attuale colore granata è stato adottato nel secondo dopoguerra dopo varie mutazioni), mentre la Cavese
si presentò in maglia blu, secondo tradizione. La gara, giocata al campo “Arena” di Cava, finì 5-2 in favore della Cavese. Né andò meglio alla Salernitana la gara di ritorno in Piazza d’Armi perché dovette di nuovo subire una sconfitta (gol di Tavella). La gara era iniziata
con una “macabra” sfilata. I tifosi della Salernitana avevano portato a spalla una cassa da morto
dipinta di blu (non sarà l’unica volta). Al gol della Cavese i tifosi metelliani risposero per le rime
intonando cori ingiuriosi. Qualche cazzotto volò fin sulla vetturina che riportava i tifosi verso Cava. In campo saltarono i
nervi al portiere Finizio (Salernitana) che assestò pugni agli avversari e solo grazie ai buoni uffici di un avvocato salernitano
il portiere non venne squalificato. Due gare di campionato, due vittorie della
Cavese che finì al terzo posto in classifica dietro Savoia e Internaples.
Da Salerno, pur di allestire una pronta rivincita - anche solo in amichevole - furono
spedite lettere alla U.S. Cavese per l’organizzazione di una partita (proposte cinquemila lire di scommesse contro due
soltanto dei cavesi), ma nessuna gara venne disputata e così si andò alla stagione ‘24-25, una delle più importanti della storia della Cavese che giunse a un passo dalle sfide per lo
Scudetto e fu superata nel rush finale campano solo dal Savoia, che poi gioco
le due sfide con il Genoa (che si aggiudicò il titolo). La gara di andata contro la Salernitana, giocata a Cava, si
concluse con un secco tre a zero per la Cavese. Più complessa la faccenda legata al match di ritorno. Sul campo vinse la
Salernitana per 2-0, ma la Cavese fece un doppio reclamo: 1) le porte non erano
regolamentari, ma venne respinto; 2) i giocatori Serra e Masoero schierati
dalla Salernitana non erano altro che Umaschini e Florio, federati con la
Vigevanese, reclamo accolto e ripetizione della gara, sempre a Salerno, che però non si svolse per forfait della Salernitana e quindi fu assegnata la vittoria a
tavolino alla Cavese.
PRIMO BLACK OUT - Passeranno quindici anni prima che Cavese e Salernitana si riaffrontassero in
campionato. Infatti bisogna arrivare alla stagione ‘40-41, di serie C girone C. La gara di andata si giocò a Salerno e vinse la squadra di Hirzer (3-1) che andò in gol al primo minuto su rigore con Girometta (S), raddoppio all’8 con Icardi (S). Un minuto dopo accorciò le distanze Bisetti (C) su rigore e poi al 42’st Icardi (S). Nel match di ritorno al “Palmentieri” di Cava la formazione del capoluogo andò sul doppio vantaggio (goal di Lazzarini al 7’ e Dalfin al 38’) ma Bisetti al 43’ e D’Alia al 9’ st riportarono la gara sul pareggio: era la prima volta che il derby terminava
in parità.
Nella successiva stagione, sempre in serie C, la Salernitana assemblò - come tantissime volte ha fatto nella sua storia - uno squadrone e alla guida tecnica chiamò Gipo Viani che a 32 anni non disdegnava certo di scendere ancora in campo.
Dalla Battipagliese venne preso Vincenzo Margiotta, uno dei più grandi centravanti prodotti dal calcio campano e miglior realizzatore granata
di tutti i tempi con 81 reti. La Salernitana arriva al derby contro la Cavese
con il vento in poppa: seconda in classifica (dietro la Ternana). Ma Viani & c. tornarono dalla breve trasferta ridimensionati dal gol su rigore realizzato
all’8’ minuto da Rescigno. La sconfitta contro la Cavese però non impedì alla Salernitana di riprendere la sua marcia e la gara di ritorno a Salerno si
disputò con Margiotta e soci al comando della graduatoria.
COZZI E LE MILLE LIRE A META’- Era il 24 maggio ‘42. La Salernitana impose la più pesante sconfitta mai subita dalla Cavese 8-0. Nel primo tempo andarono in gol
Margiotta (28’) e Dalfin (32’). Nella ripresa il diluvio. Al 4’ Dagianti su rigore, al 14’ al 27’ e al 29’ Margiotta, al 33’ Chiesa e al 42’ ancora Margiotta. Tifosi salernitani in delirio, malumore e turpiloquio nello
spogliatoio della Cavese. Tornati a Cava alcuni dirigenti metelliani
denunciarono il proprio portiere Cozzi (ex Salernitana) di essersi venduto la
partita. Messo alle strette il portiere confessò che la sera prima della gara un emissario della Salernitana gli aveva rifilato
metà banconota da 1000 lire come anticipo (presso il bar Vittoria di Salerno) per
aiuto a vincere. Denuncia della Cavese alla FIGC per illecito sportivo. A
Salerno successe il finimondo: la squadra e la società si dichiararono all’oscuro di tutto e anzi furono lanciate pesanti accuse alla Cavese rea di aver
architettato tutto per impedire alla Salernitana di disputare le finali
nazionali per la promozione in B. Ma l’inchiesta della FIGC appurò non solo che l’illecito c’era stato ma era stato compiuto da A.L. e V.P., rispettivamente socio e membro
del Consiglio Direttivo della Salernitana, che vennero radiati. L’inchiesta federale scoprì anche che la somma per la corruzione era di lire 1500, che furono destinate al
fondo assistenziale per i giocatori. La Salernitana non fu ammessa alle finali
per la promozione in serie B.
Nella stagione seguente (‘42-43) i rapporti tra Salernitana e Cavese tornarono “amichevoli”, anche grazie al passaggio di Valese (uno dei più grandi giocatori prodotti dal vivaio provinciale) tra le file metelliane. La
gara di andata si disputò a Salerno, alla presenza di sua altezza reale Duca di Bergamo, e fu vinta 3-2
dalla Salernitana che passò in vantaggio al 5’ con Coccia (S) su rigore, ma prima l’ex Valese al 17’ e poi Bisotti al ‘38 ribaltarono il risultato che cambio altre due volte nella ripresa grazie ai
gol di Coccia (S) e Pallotta (S).
La gara di ritorno a Cava segnò un nuovo successo per la Salernitana che si impose per due reti a uno con una
doppietta di Rampini (22’ pt e 35’st), mentre la Cavese era andata in gol al 29’ st con il solito irriducibile Valese.
Gli eventi bellici travolsero tutto e si dovette attendere l’estate del ‘44 per vedere un altro derby nella Coppa della Liberazione. La partita si giocò a Cava e i blu si imposero per 4-1. La gara di ritorno secondo alcune fonti
sarebbe stata vinta dalla Salernitana, ma non esistono in merito né risultato né marcatori.
33 ANNI DOPO - Dopo quella gara, per ben 33 lunghi anni Salernitana e Cavese non si
affrontarono poiché partecipavano a campionati differenti, con i granata più o meno stabilmente in serie C, con diversi campionati in B e uno in A, mentre
la Cavese si dibatteva tra serie C, serie D e il calcio dilettantistico. Il
tanto atteso rendez vous avvenne nella stagione ‘77-78 dopo che la Pro Cavese (la particella Pro era stata aggiunta al nome dopo
l’acquisizione del titolo dalla Pro Salerno, in Quarta serie) aveva vinto il
campionato di serie D. Il derby arrivò alle settima e si disputò al Vestuti davanti a circa novemila persone con incasso record (28.344.500). La
gara iniziò non senza incidenti sulle tribune, dove c’erano numerosi tifosi della Cavese che occupavano la curva nord e la parte nord
dei distinti. Al 36’ del primo tempo la Cavese andò in vantaggio con Cassarino. Il pareggio granata al 19’ della ripresa fu realizzato da Tivelli (su rigore) e 9’ più tardi la Salernitana raddoppiò con Ghilardi. Sembrava fatta e in curva Sud ballavano circa 4000 tifosi
granata, ma a 6’ dalla fine Scardovi indovinò il varco giusto e ristabilì la parità sul due a due. Ulteriori incidenti si verificarono fuori dallo stadio dove fu
organizzata una caccia al cavese.
E purtroppo episodi di violenza caratterizzarono anche la gara di ritorno al
Comunale di Cava. La partita - iniziata con il lancio di pesci marci sulla
squadra granata - fu vinta in maniera netta (2-0) dalla Cavese (gol di
Cassarino al 22’ pt e Moscon 31’ st). Due ultras granata invasero il campo (colpirono Cafaro, portiere della
Cavese), mentre il n.12 granata Degli Schiavi prendeva a sua volta dei colpi
proibiti. Gara sospesa per circa 5’ poi condotta regolarmente al termine.
Nel campionato successivo (riformato in C1) Pro Cavese e Salernitana pareggiano
0-0 sia la gara di andata (Belotti sprecò un calcio di rigore assegnato ai blu) che il match di ritorno. In entrambe le
gare si verificarono odiosi incidenti.
Stagione ‘79-80. Dalla Salernitana la Cavese acquista De Tommasi per duecentomila lire
(!), un giocatore elegantissimo che a Cava diventerà l’anno dopo capocannoniere con 17 reti e dopo tre anni sarà ceduto al Bari per circa mezzo miliardo di lire. La Cavese dà alla Salernitana in prestito De Biase, nonché i vari Moscon, Botteghi e Gabriele Messina (grande goleador). Nel precampionato
la Salernitana vince la Coppa dell’Amicizia (1-0), battendo la Cavese con un gol di Messina che pochi giorni dopo
rifila alla sua ex squadra una tripletta dando alla Salernitana un successo in
Coppa Italia. La rete cavese fu realizzata da Chirco. I successi nelle Coppe
illudono i granata. Alla quinta di campionato, al Vestuti, vince la Cavese che
va in gol al 5’st con De Tommasi, subisce il pareggio di Messina (8’ st su rigore) e poi realizza il gol vittoria con Viciani jr. al 24’ st. La sconfitta nel derby produsse licenziamenti a catena nella Salernitana:
foglio di via al tecnico granata Viviani, al diesse Recchia e al segretario
Milo. A Cava si registrarono scene di giubilo. Dopo circa sessant’anni gli aquilotti avevano vinto di nuovo a Salerno.
Nella gara di ritorno però la Salernitana si prese subito la rivincita con Messina che approfittando di un’incertezza della difesa metelliana realizzò il gol vittoria.
PROMOZIONE IN B - Nella stagione ‘80-81 la Cavese ottiene la storica promozione in serie B insieme alla
Sambenedettese. Perde il derby a Salerno (1-0) ma vince quello di ritorno per
tre reti a uno. Cavese in B per tre anni e Salernitana in C1 non produssero
derby, che ripresero in C1 nella stagione 84-85 dopo la retrocessione della
Cavese. La gara di andata a Salerno fu vinta (1-0) dai granata, mentre la
Cavese si impose tre a uno nel match di ritorno.
Gli ultimi due derby giocati in campionato risalgono alla stagione ‘85-86, sempre in C1, e furono due pareggi (2-2 a Cava e 0-0 a Salerno). Alla
fine di quella stagione la Cavese viene retrocessa in C2 per illeciti sportivi
ed è costretta a cominciare il successivo campionato con 5 punti di penalizzazione.
Il bilancio dei derby in campionato: 10 vittorie della Cavese, 6 della
Salernitana, 6 pareggi. Tra le vittorie della Cavese c’è anche il 4-1 ottenuto nella Coppa Liberazione. Non è stata invece conteggiata la gara vinta dalla Salernitana per 8-0, ma inficiata
dall’illecito sportivo legato alla corruzione del portiere Cozzi e provato dalla FIGC
con radiazione di due membri della società granata.
Panorama Tirreno, 1999
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