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cultura & società
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Una storia “minore”, una
vicenda esemplare
La vita di Sabato Martelli Castaldi ucciso
alle Fosse Ardeatine
Il Partigiano Tevere
Avagliano Editore 1996
151 pagine
Domenico Apicella aveva scritto di
Sabato Martelli Castaldi nel 1960. Fu uno scritto appassionato
che ebbe il pregio di risvegliare nella memoria addormentata di
Cava de’ Tirreni il ricordo di un eroe che aveva dato la
vita per la libertà. Il risultato fu che un mese dopo la
pubblicazione di quell’articolo sul
“Castello”, il sindaco dell’epoca Raffaele
Clarizia e il consiglio comunale disposero
l’intitolazione di una strada alla memoria del generale.
A trentasei anni da quel piccolo grande
evento cittadino, un altro cavese, Mario Avagliano, scrive di
nuovo su Sabato Martelli Castaldi. Lo fa nel centenario della
sua nascita, prendendo spunto da una ricerca avviata per il
nostro giornale, che ha trovato coronamento in questo
interessantissimo libro, già presentato agli inizi di
dicembre 1996 alla Fiera del libro di Roma, nella Biblioteca
Nazionale, e a Cava in un affollato convegno.
Dice Avagliano nella presentazione:
«Quando si scrive di Resistenza, si rischia sempre di
cadere nella retorica. Ma in tempi come questi, caratterizzati
da un revisionismo a volte giustificato, a volte esagerato,
anche una storia “minore” può servire a far
luce su quel periodo. Tanto più se si tratta di una
storia esemplare». E l’esempio di Martelli Castaldi
fu senza dubbio esemplare. L’autore accompagna
l’eroe dalla nascita a Santi Quaranta, fino alla
brillante carriera in aeronautica, al rapporto scritto a
Mussolini in cui ebbe l’ardire di denunciare al duce le
pessime condizioni della flotta aerea italiana, ricevendo in
cambio l’allontanamento dall’arma; infine, le
tragiche pagine della prigionia in via Tasso, l’attentato
di via Rasella, l’eccidio delle Fosse Ardeatine.
C’era anche Martelli Castaldi fra le 335 vittime
innocenti della furia nazista. Scrive Vittorio Foa nella
prefazione: «Ancora una volta l’emozione prende
alla gola quando si legge delle Fosse Ardeatine. Mario
Avagliano ci riporta a quell’evento con pietà e
discrezione, ma con dettagli sufficienti a farcene cogliere il
limite della disumanità: 335 uomini uccisi uno per uno
con un colpo alla nuca; un massacro anonimo, quello che contava
era il numero degli uomini da uccidere... Anche a distanza di
cinquant’anni quella emozione non si attenua. Il processo
Priebke ce l’ha riportata intatta».
Mario Avagliano ha scritto un ottimo
libro. Senza mai cedere alla retorica, ha messo in questo
lavoro l’orgoglio del cavese, la passione
dell’antifascista, la tenacia del giornalista e la
scrupolosità dello storico. Concludono il volume due
preziosi documenti inediti: il memoriale a Mussolini e le
lettere alla moglie dal carcere. L’illustrazione di
copertina è di Giacomo Porzano.
Enrico Passaro
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