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Investito da un’auto a Lodi mentre passeggiava in bicicletta con la moglie
Tragica scomparsa del giudice
e “Cavese nel Mondo” Bruno Apicella
Magistrato ora in pensione, si occupò del processo Sindona e del crac del Banco Ambrosiano. Ricevette il sostegno e la solidarietà del Presidente Pertini per il suo tenace e rischioso lavoro
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Enrico Passaro
Domenica 1° aprile, nel giorno di Pasqua, è deceduto Bruno Apicella, 84 anni, magistrato in pensione originario di Cava de’ Tirreni, travolto da un’automobile che andava a velocità sostenuta in una delle strade principali di Lodi, mentre passeggiava in bicicletta insieme alla moglie.
Apicella e la moglie, da anni residenti a Lodi, erano usciti di casa nel tardo pomeriggio per la loro consueta passeggiata in bicicletta. Dopo pochi metri i due sono stati investiti da un’auto guidata da una persona che è risultata poi ubriaca. Per il giudice cavese non c’è stato niente da fare, è morto prima che i soccorsi potessero intervenire, mentre la moglie ha riportato ferite non gravi.
Bruno Apicella, magistrato, già presidente del tribunale di Lodi, ha ricevuto il premio “Cavesi nel Mondo” nel 1996, ad opera di un comitato composto dal sindaco dell’epoca Raffaele Fiorillo, don Carlo Papa, vicario della diocesi, Raffaele Senatore, direttore dell’Azienda di Soggiorno, e dai precedenti assegnatari del premio.
Nato a Cava de’ Tirreni il 10 dicembre 1933 da Michele Apicella e Gelsomina D’Amico, sposato con Elena Vignali e padre di tre figli (Michele, Gianpaolo e Gelsomina), si laureò in Giurisprudenza all’età di 22 anni presso l’Università degli Studi di Napoli. Entrò in magistratura e per circa 10 anni fu giudice istruttore presso il tribunale di Milano, segnalandosi per l’intensa attività di repressione dei reati finanziari e valutari. Si occupò di importanti processi come il caso Sindona e il crac del Banco Ambrosiano. Spesso si recò a New York, Buenos Aires, in Finlandia, Svizzera e Centro America per interrogare gli imputati eccellenti coinvolti in quei processi. Subì attacchi da chi intendeva delegittimare il suo scrupoloso lavoro di indagine, tanto che il consigliere istruttore Antonio Amati così si espresse in sua difesa con il presidente del Tribunale: «Il dott. Apicella continua il suo lavoro, talvolta estenuante, fino a tarda sera per condurre innanzi il procedimento penale contro il bancarottiere Michele Sindona, che giaceva quasi come corpo morto in attesa che l’autorità giudiziaria americana si decidesse a collaborare con quella italiana. Ella sa quanti dispiaceri ha sofferto il collega Apicella per tale procedura e per le accuse ingiuste che gli sono state rivolte, al punto che io, esasperato e preoccupato per il subdolo atteggiamento di alcuni uomini politici, sentii il dovere di redigere un rapporto e recarmi a Roma, al Quirinale, dove fui ricevuto dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini, cui esposi i fatti nella sua veste di presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. ed egli, emozionato e commosso, mi disse di esortare il collega ad essere tranquillo e fermo nelle decisioni, aggiungendo che aveva saputo quanto si macchinava nei suoi confronti».
Un altro attestato di stima lo ricevette nel 1992 dall’eminente giurista napoletano Francesco De Martino. Così scrisse, rivolgendosi ad Apicella: «Sento l’obbligo, alla conclusione dei lavori della commissione Sindona, di esprimere il mio ringraziamento ed il più vivo apprezzamento per la collaborazione che ella ci ha assicurato nel corso dell’inchiesta. Le sue indagini sono state condotte con fermezza e coraggio, rendendo un importante servizio alla giustizia».
Successivamente Apicella è stato per 12 anni, dal 1995 al 2006, presidente del tribunale di Lodi. Dopo la pensione ha continuato a vivere con la famiglia nella città lombarda, pur tenendo ben saldi i suoi legami con la città metelliana, nella quale ritornava spesso per incontrare i tanti parenti ed amici.
Vivo cordoglio è stato espresso a Cava da quanti lo conoscevano e lo stimavano. La città si stringe intorno alla sua signora, coinvolta nel tragico incidente, augurandole una rapida guarigione ed esprimendo a lei ed ai figli il dolore partecipe per la grave perdita.

Panorama Tirreno, 4 aprile 2018