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Intervista esclusiva alla primatista italiana, argento ai Mondiali del 2007 e oro europeo indoor nel 2011
Antonietta Di Martino : “Tante gioie e successi ma ora voglio pensare alla famiglia”
Il suo rammarico: “I problemi fisici mi hanno impedito di vincere una medaglia olimpica”
Adriano Mongiello
«Ho deciso di staccare la spina, il salto in alto mi ha fagocitato per tanti anni, mi ha regalato un’infinità di successi e di gioie, e anche diversi interventi chirurgici, ho un fortissimo desiderio di dare forma alla famiglia con mio marito». In rapida sintesi il pensiero di Antonietta Di Martino, all’indomani dell’annuncio di abbandonare l’attività agonistica che l’ha vista primeggiare in campo nazionale e mondiale, avvinghiandola fino alla soglia dei trentasette anni da poco compiuti.
«Attenderò con saggezza e serenità la chiamata lavorativa delle Fiamme Gialle. Spero fortemente che non mi chiedano subito di interessarmi del settore sportivo, proprio perché vorrei chiudere questa parentesi per un po’ di tempo. Fra un po’ di tempo potrò interessarmi di nuovo dell’attività agonistica, anche se dall’altra parte della barricata».
Un ricordo dei tuoi inizi sportivi: «Mi sovviene la prima gara ai Giochi della Gioventù, gareggiavo per la Scuola Media Trezza. Vinsi la corsa dei 100 ad ostacoli e, grazie alle prove multiple, primeggiai anche nel salto in alto, non ricevendo particolari complimenti, vuoi per la cattiva esecuzione nel superare l’asticella, vuoi per l’altezza che mi ritrovavo... Continuando con l’eptathlon verificai che ero sempre più portata per la disciplina del salto in alto e fu un susseguirsi di successi, passando attraverso campionati italiani, l’oro europeo di Parigi del 2011, il secondo posto ai mondiali di Osaka nel 2007 e l’argento ai mondiali indoor di Istanbul del marzo 2012, ultimo podio conquistato. Poi è arrivato il distacco del menisco dal piatto tibiale, ultimo sacrificio in sala operatoria».
Una carriera straordinaria, riconosciuta dalla Federazione con il giro di campo per riscuotere applausi e consensi all’ultimo Golden Gala di atletica tenutosi a Roma il 4 giugno scorso: «Un grande rammarico lo porto da sempre con me: la partecipazione alle Olimpiadi di Pechino, con la decima posizione raggiunta, e la rinuncia ad Atene ed a Londra, la prima per un intervento alla caviglia, la seconda per un’operazione al ginocchio. Insomma i problemi fisici mi hanno negato la possibilità, non dico di vincere, ma di gareggiare!».
Nella vita le priorità hanno un senso e danno uno stimolo a chi crede nei valori più alti, e per Antonietta che di alto ne ha fatto il suo traguardo, volare per superare non l’asticella ma raccogliere le gioie familiari è un diritto.

Panorama Tirreno, giugno 2015