| |||||||||||||||
cultura & società
| |||||||||||||||
“La Poesia è vita e
impegno”
Mario Luzi nel ricordo personale del
poeta cavese Antonio Donadio
Quando è stata l’ultima
volta che ha visto Mario Luzi?
Una battuta, un ricordo di
quest’uomo che è stato uno dei massimi poeti di
tutto il 900 e non solo italiano?
«Ricordo e ricorderò per
sempre quando incontrandolo per la prima volta, circa venti
anni fa, chi chiesi: Professore cos’è la poesia?
“E’ la vita al quadrato – mi rispose
ammiccando in un sorriso da fanciullo - mi dica
cos’è la vita e saprà cos’è la
poesia.»
Lei in un certo modo è stato un
suo alunno, o mi sbaglio?
«In un certo senso lo sono stato.
Non solo grazie alla studio profondo delle sue liriche, ma
anche fisicamente, diciamo. Preziose mi sono state, infatti,
le sue lezioni, tenute per la Cattedra di Poesia presso
il “Centro Eugenio Montale” di Roma, fondato
assieme a Maria Luisa Spaziani.»
Poi Luzi fece la presentazione ad un suo
libro di poesie….
«Fu una gioia incredibile e una
specie, mi permetta, di consacrazione a poeta. Era il
1996 e Mario Luzi accettò di scrivermi una nota di
presentazione ad un mio testo di versi “L’alba
nella stanza”. Un’ emozione
inenarrabile!»
Mi può tracciare un profilo
poetico di questo ultimo grande della Poesia?
«Ora che Luzi non c’è
più, non solo è più povera la repubblica
delle lettere, ma più povera è la Parola; perde
l’incanto, la forza misteriosa, ora ermetica, criptica
come nel primo Luzi, ora sociale, metafisica o spirituale come
nelle stagioni meravigliose del suo lungo cammino poetico. Egli
ci ha lasciato l’insegnamento che il poeta è
parola, che la parola è il mistero stesso; è la
libertà offerta agli uomini, al destino
umano.»
E il Nobel negato per sette volte?
«Non credo che veramente ne abbia
sofferto. “Cosa vuoi, mi precisò una volta, tra
gli italiani solo Pirandello e Montale hanno veramente meritato
ed ottenuto il Nobel, altri che l’avrebbero ampiamente
meritato, come ad esempio Ungaretti, non l’hanno mai
ricevuto.»
Quale insegnamento, specie per i giovani
poeti, dalla sua lunga vita di uomo e poeta?
«Mario Luzi ha sempre
sostenuto che la funzione del poeta non è disgiunta
dall’impegno sociale. Diceva che un poeta
deve ascoltarsi a fondo, soprattutto riconoscere il rapporto
con la realtà intorno; è necessario dialogare con
la vita, parlare del mondo, parlare da dentro. Un
eredità preziosa che lascia non solo a chi ha avuto la
fortuna di incontrarlo, ma a quanti verranno, soprattutto a
quanti vorranno riconoscere nella Parola il mezzo
insostituibile per vivere da uomini liberi.»
Panorama Tirreno, maggio 2005
| |||||||||||||||